Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

mercoledì 20 gennaio 2010

IL CANOTTO

Eravamo bambini io ed il mio amico Piero (Petrantoni), seduti su un bizzolo qualsiasi fantasticavamo di mille avventure nei mari profondi, nei deserti lontani.
C'eravamo costruiti un mondo ideale e lo andavamo a visitare con la fantasia fino a quando si faceva tardi ed i nostri genitori ci chiamavano per andare a dormire.
Da ragazzini, dodici o tredici anni, la svolta.
Un canotto, quasi due metri, gonfiabile dall'interno, due remi tipo pagaia, un regalo a Piero dai suoi genitori.
Diventammo subito esploratori, Scilla, Bagnara, Costiere di Palmi, Tunnara, Stretto, non avevano più segreti per noi, esploravamo gli angoli più sperduti, ci fermavamo a pescare.
La Calypso di Cousteau in confronto era una bagnarola ferma ad arrugginire in un porto abbandonato.
"Considerate la vostra semenza, fatti non foste a vivere come bruti....." sembra facile caro Dante, vorrei proprio vedere Ulisse se ad aspettarlo sulla spiaggia c'erano i genitori armati di oggetti contundenti, quanto tempo impiegava per tornare a casa e se ne aveva la voglia.
Evidentemente le nostre madri non avevavo letto l'Odissea e nemmeno il canto della Divina Commedia, ci tarpavano le ali, non partecipavano, anzi partecipavano a colpi di cucchiaio di legno e sberle.
Naturalmente erano preoccupate perchè non ci vedevano tornare, noi eravamo presi dall'ignoto e perdevamo la cognizione del tempo.
Era una fuga unica, col canotto e a piedi.
Una volta nei pressi di Bagnara, nella scogliera suttu a curva d'Angelazzu, un'onda ci capovolse, quando riemersi non lo vedevo più.
O porca puttana, andavo giù chi mancu na foca monaca, alla ricerca del naufrago, niente.
Era nascosto sotto il canotto capovolto e si divertiva a vedermi cercare.
Piero era fatto così, spero che lo rimanga il più a lungo possibile.
Verso la fine di quell'estate meravigliosa, dopo un'esplorazione più lunga del solito, il canotto venne sequestrato e scomparve, con lui scomparvero i nostri sogni di avventura.
Dopo qualche anno Piero partì per l'America, festeggiammo la partenza con una sbronza di sambuca Molinari, che ancora oggi quando ci penso, mi sento male.
Ci siamo rivisti ancora da grandi, poche volte, le nostre vite sono separate dal mare, ma prima o poi troveremo qualche altro canotto.

8 commenti:

romanaccia ha detto...

Longu come al solito tu scrivi e noi viviamo. e questa cosa riesce solo a quelli bravi.

chinnurastazioni ha detto...

Bellissima Mimmo, quanti sogni in questo brano.

arcade fire ha detto...

Bella Mimmo, Piero non poteva ricevere miglior accoglienza.

arcade fire ha detto...

detto quello che ho già detto più in generale dico che concordo col commento di Roman:le tue pagine mi restituiscono sensazioni o, perchè vergognarsi?, sentimenti che, sebbene ancor vivi, faccio fatica a esprimere. Il taglio di luce che usi per illuminare la tela dei ricordi è perfetta.
Gran pittore, Longu.

trilly ha detto...

Mi è tornata alla mente una memorabile punizione subita da bambina per aver perso la cognizione del tempo ed essere rimasta a giocare tra gli scogli con i miei amichetti un po' troppo a lungo.Non sto a raccontarvi il ritorno a casa...

Spusiddha ha detto...

Ricordo le epiche avventure dei due intrepidi marinai, che incuranti del pericolo, sfidavano con una buona dose di incoscienza, le insidie del mare e delle loro madri.
Parafrasando il nostro amico Mario, puru Omero ta poti sucari.

Antonio ha detto...

Caro Mimmo, molto bella ed evocative di estati favazzinote. E' interessante vedere cosa si faceva per divertirsi quando non c'era un cazzo da fare.
Comunque, e' per questi scorci di vita favazzinota che io ti pongo, con mio cugino, e tuo cugino, Spusiddha tra uno dei maggiori pittori di ricordi calabri. Tu e u cuginu Spusy mi fate ritornare piccolo ma con grandi memorie del mare e della terra intorno a Favazzina.

u'longu ha detto...

Grazie a tutti per i commenti, giuro che quello che vado a raccontarvi lo faccio con gioia e divertimento, ma sempre con la paura di annnoiarvi e principalmente di raccontare storie che non piacciano a nessuno.
Sono felice di evocare i vostri sentimenti, sono come i miei, grandi per voi e per il paese