Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

mercoledì 10 febbraio 2010

L'uomo più forte di Favazzina

Il recente carteggio Domenico Velardi-Domenico Velardi, detti Mimmo, riguardante la controversa definizione di cazzunaggine favazzinota, la reale esistenza della stessa e l'eventuale casistica inerente mi ha fatto venire in mente un episodio realmente accaduto nelle terre di Favazzina. Penso possa essere d'aiuto nella disputa in atto.
Sulla strada che conduce a Falazzina in località Micuni, un mio lontano cugino raccontava a due amici le sue dolenti vicissitudini causate da una temeraria scalata a uno scoglio suttafrunti che si era conclusa con decine di aculei di rizzo di mare conficcati nella pianta del piede destro. Aveva sopportato il dolore dell'inoculo e anche quello dell' esoculo (?) durante l'estrazione delle spine. Se ne avesse conosciuto il significato questo mio cugino si sarebbe definito stoico, a non sapendu rissi: -Pirchì ieu aiu du cugghiuni cusì, chi mancu l'omu chiù forti i Favazzina.-
L'amico N., che non voleva essere da meno, ascoltato questo fatto s'inerpicò comu na crapa per raggiungere una zambara sopra a un'armacia, staccò una ficazzana e la mprumunò nel palmo della mano. -Io sono l'uomo più forte di Favazzina!- disse guardando il frutto scufazzatu nella mano.
G., l'altro amico meno che meno, scorse un folto roveto al margine del sentiero, prese la corsa e vi si tuffò a pisci. Uscì dal rovo cumbinatu a ecceomo, gridò: - Sono io l'uomo più forte di Favazzina!-
E' tutto.
Lascio questa testimonianza ai due studiosi affinchè traggano le conclusioni.

15 commenti:

u'longu ha detto...

Devo scomodare per forza Cervantes, pirchì chista è cazzunaggini elevata ad arte, ad atto eroico, i Donchisciotte favazzinoti sono bellissimi, avrei dato tutto per assistere ad una scena simile, mi commuove.
La cazzunaggine, diversamente dalla stortame, è una fase poetica della vita, mentre u stortu è stortu e basta, lignu.
Concludendo, sei bravissimo, oramai stiamo attaccando i capisaldi della letteratura mondiale, pertanto puru Cervantes ta poti sucari

arcade fire ha detto...

Quando il commento è meglio del post. Longu, non solo i post ma anche i commenti sono da fuoriclasse e impreziosiscono qualunque cavolata.
Per tornare al nostro argomento, la tua tesi mi convince e la tengo come la migliore del momento ma pronto a ricredermi qualora il nostro Spusidda proponga qualcosa di più convincente. Come possa, con Cervantes di mezzo, non saprei. Chissacciu, Rabelais? penso sia un minore al cospetto dello spagnolo.

romanaccia ha detto...

Lo stavo per dire: non so se è meglio il post o il commento.
Rimango nel dubbio e applaudo.

u'longu ha detto...

Caro amico, temo terribilmente il confronto sul tema della cazzunaggine, in quanto Spusidda come poeta, conosce molte più fasi

arcade fire ha detto...

Vista la latitanza penso che sia in fase erotica. Con la signora, in Liguria

u'longu ha detto...

Sempri megghiu chi na brunchiti

Spusiddha ha detto...

Ricordo che una volta io e u Longu su una delle vecchie panchine di ferro che c’erano in piazza, incidemmo sulla vernice verde “Cazzon chi legge” perché “fesso” non ci piaceva, a nostro parere era riduttivo.
Già d’allora ritenevamo che la cazzonaggine fosse qualcosa di sublime, di poetico, come appunto lo è il tuo racconto e come lo sono i molti episodi di cui la storia di Favazzina ne è piena, episodi dai quali sia tu che u Longu ed io, abbiamo ampiamente attinto.
Con tre mostri (mostra?) come voi è un piacere confrontarsi, un vero piacere!
Magari, cara Romanaccia, magari!

romanaccia ha detto...

Ou io non ho detto niente. Non mi sarei mai permessa. Ho solo applaudito.

Spusiddha ha detto...

Scusami per l'abbaglio, ma non mi ero accorto che la frase sibillina era di Arcade.
Faccio comunque finta di fraintendere e ti ringrazio per l'applauso.

arcade fire ha detto...

Grazie per l'applauso, Spusidda.

romanaccia ha detto...

Per quello non c'è problema. Mi spello le mani.

arcade fire ha detto...

il commento ru Longu sembrava imbattibile e tale rimane, eppure quel "cazzon chi legge" con quella e omessa per dare ritmo e musicalità quasi arcadica (staiu sparandu a muzzu) mi affascina al punto che voto per te Spusidda. In ogni caso è frase comproprietaria per cui, complimenti a entrambi.

u'longu ha detto...

Contesto vivamente il verdetto.
Comu, ieu sfoggiu Cervantes, Spusidda s'indi nesci con "cazzon chi legge" anche se condiviso, e qualcuno ci colloca a parimerito.
E tu Armon, t'indi vai battendu mani a destra e manca.
Sapiti chi vi dicu, siccomi a Milano non c'è l'Aventino, mi ritiru nta montagnetta i San Siro.
Non mi meritate, addio

arcade fire ha detto...

A San Siru, Longu? Fammi sapiri comu sta iucandu l'Inter.
Viri non mi nci fai buuuuu a Balotelli, tu sei sportivo.

romanaccia ha detto...

è il temperamento bizzoso dell'artista. non c'è niente da fare