Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

martedì 2 febbraio 2010

Storie

Seconda guerra mondiale, estate 1943, sbarco in Sicilia degli Alleati, con i B28 e i B29, le fortezze volanti, bombardavano i porti e le ferrovie, compresi quelli di Messina e Villa S. Giovanni, qualche bomba per sbaglio, perchè lanciata da oltre diecimila metri, cadeva pure nel nostro amato paese.
Evacuazione
Parte dei nostri paesani, non impegnati in guerra, si diressero a Solano, altri nella galleria di Sutta a Frunti, altri rimasero beatamente a casa, e ficiru bonu.
La famiglia di mia madre, comandata da mio nonno Peppi, detto Peppi u Nappa, decise altrimenti.
Mio nonno divise la numerosa famiglia, allargata ad altri nipoti sfollati da Villa S.G., in due parti.
La prima, dove c'era la mia futura madre allora quattordicenne, in una vigna a Rusticu, dentro una cascina (più che cascina erunu quattru tavuli addritta, cu dui ceramiri)
La seconda, con mio nonno, in una vigna 'nto Grecu (non datemi del latifondista chi m'incazzu) in un'altra cascina (dui ceramiri tenute da quattru tavuli addritta).
Differenza sostanziale
Come avrete notato il bunker di Hitler a Berlino, al confronto con le cascine di mio nonno, era nu pagghiaru.
La divisione aveva una sua logica, se veniva bombardata una cascina, gli abitanti dell'altra sarebbero intervenuti in soccorso, e viceversa.
Il caso volle che una bomba, sicuramente per errore ('nci fuiu), cadesse su uno spuntone di roccia sopra la vigna del Greco, provocando una frana che distrusse metà vigna di mio nonno.
Ancora oggi mia madre è convinta che volessero uccidere suo padre, cioè che gli americani da diecimila metri d'altezza e di notte, avessero mirato al mio povero nonno, mancandolo di poco.
Mancu se era Mussolini
Ho tentato di spiegare, forse un pò cinicamente, che gli americani davano più valore ad una bomba di cinquecento chili che alla vita di un anziano contadino cu tutti i vigni, a meno che non avessero scambiato le armacie per bunkers, i pirari pi contraerea e i pesrichi pi bumbi a manu.
Niente da fare - "sceccu, chi ti mandai a fari a scola ?"
Dopo lo spavento ripararono a Solano per tornare a bombardamenti finiti, accorgendosi che dopo tutto quel pellegrinaggio, era megghiu se si stavunu a casa, intatta come le altre del paese, tranne qualche rara eccezione, niente, se si considerano gli eventi.
Quando racconta queste storie, mia madre, lo fa con tale enfasi che pare che tutto lo sforzo bellico sia passato sulle sue spalle.
Ma quali Fronte Russo, quali Campagna d'Africa, quali Lotta partigiana, quali Hiroshima e Nagasaki, lutti, distruzioni, deportazioni di massa, genocidi.
Per mia madre la guerra vera è passata da Favazzina, distruggendole mezaza vigna.
-"E tu sta zittu chi non c'eri"-

9 commenti:

arcade fire ha detto...

Cantastorie nato, Longu. Ma stavolta il cinquanta per cento del merito va anche a Rachela

chinnurastazioni ha detto...

Strategia e Tattica ra bon'anima i tò nonnu Nappa, dividersi, sparpagliarsi per non essere malauguratamente colpiti tutti insieme dalla Bomba. Io in galleria non ci sarei andato, mettiamo caso che ci fosse stato un kamikaze....

Spusiddha ha detto...

Ma tu lo sai il valore che aveva allora una vigna?
Certo che lo sai!
Altro che obiettivi militari, aveva ragione Rachela a prendersela con gli americani che le avevano distrutto cincu armaci, reci peri i zibibbu e reci i marbasia, e poi ho saputo da un vecchio che quel bombardamento era stato mirato, l'obiettivo era proprio a vigna i Peppi Nappa, noto sovversivo, sapevano però che si nascondeva in un bunker e non nta casetta.
Longu sei in una condizione eccezionale, non stai sbagliando un colpo, se continui a giocare così il titolo non te lo leva nessuno.
Complimenti!

u'longu ha detto...

Raccontano che mio nonno Peppi, specialmente nel periodo del vino novello, diventasse filosofo, in tempi normali pericoloso estremista del piscistoccu chi patati.
Gli americani devono averlo saputo, maledetti servizi segreti, e gli hanno distrutto la fonte primaria per la filosofia, per il piscistoccu 'nci pinzau l'ulcera.
Mi sarebbe piaciuto conoscerlo, ma con i nonni maschi non sono stato fortunato.
E ch'imu a fari ?
Grazie per qualsiasi eventuale titolo, ne ho bisogno come il pane

Antonio ha detto...

Come al solito e' sempre colpa degli americani. Non per offendere nessuno ma se l'armacia era stata fatta da mio zio Rocco, u patri i Spusy, ce ne sarebbero volute 10 bombe americane per distruggere mezza vigna.
Mi ricordo che le lucertole non trovavano casa tra le pietre dell'armacia di mio zio, tanto che erano fitte fitte, e se ne andavano a protestare dalle saramite che avevano in perpetuo affitto 'di quattru tavuli e dui ceramiri.

Spusiddha ha detto...

E si, caro Antonio, davvero un bel ricordo quello di Rocco.
Le sue armacie erano un capolavoro e sono ancora là, nella campagna abbandonata a testimoniare quanto tu hai detto.

Alessandro L.A. ha detto...

Mia nonna Grazia (soru 'ra postina e Rocco), mi raccontava tantissimi anni fa che quando era bambina (era nata nel 1907), si ricordava delle truppe che arrivavano via mare a Favazzina durante la Prima Guerra Mondiale e mi diceva sempre: "Gli Americani e gli Inglesi erano buoni con i bambini, ci davano sempre delle caramelle, cioccolato o delle monetine... I Tedeschi, per non averci tra i piedi, ti colpivano con il calcio del fucile".

Che Stronzi...

u'longu ha detto...

Maledetti yankee, prima mio nonno con le bombe e poi me con la CIA.
Ma non mi avranno.
A proposito, caro evas..., scusa Antonio, in questo caso gli americani avevano ragione a bombardare, erano stati gli italiani a dichiarare guerra all'America.
Ma dico io, proprio la vigna di mio nonno dovevano bombardare ?
Non d'aviva largu ?
Come erede sono in causa con le saramite, non vonnu pagari, ne mai hanno pagato, mancu na lira d'affittu.

romanaccia ha detto...

Bella storia. e bei commenti