Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

giovedì 17 aprile 2008

LA PRIMAVERA A FAVAZZINA (di Spusiddha, per gli amici 'u poeta)

Oltre ad essere, a mio parere, il più grande cantautore della musica leggera italiana, Francesco De Gregori è sicuramente anche un grande poeta. Lo testimoniano i versi delle sue canzoni, autentiche poesie. Eppure in una sua vecchia canzone, riferendosi ad un personaggio tristemente famoso della pagina più nera della nostra recente storia, dice: i poeti sono brutte creature, ogni volta che parlano è una truffa!
E' vero quanto De Gregori afferma oppure ha voluto come suo solito cercare di stupire?
Ad ogni modo, a parte quello che lui afferma, a me piace scrivere poesie e siccome non ho la pretesa di credermi un poeta, non credo nemmeno di essere una brutta creatura.
Ma allora se non sono un poeta come potrei definirmi? Un esteta? Forse! Un ammiratore delle cose belle? Più verosimile! Sicuramente un amante della poesia, un inguaribile romantico che fin da bambino, non conoscendo né metrica né poetica, si divertiva per gioco a trovare rime e a cercare di comporre versi. Un eterno ragazzo che si abbandona facilmente alle fantasticherie e che ha una fervida fantasia. Un uomo che ha un animo sensibile e che guarda con interesse al presente e a tutto ciò che lo circonda, ma che non dimentica il passato e, talvolta, pervaso da un velo di malinconia, si rifugia nei ricordi.
I ricordi! come separarsi dai ricordi? Sopratutto da quelli legati alla fanciullezza quando da ragazzi a Favazzina, dopo il lungo inverno, si aspettava con gioia l'arrivo della primavera e poi, col sole già caldo di marzo, le corse a piedi nudi sulla sabbia e, ancora, il primo timido contatto con il mare.


IL SOLE DI MARZO

Il sole di marzo
timido scalda
la sabbia alla marina
e a piedi nudi
liberi corrono i bambini
segnando orme
e ridono felici
al tiepido contatto
sulle piante molli.
Gettano le reti
in mare i pescatori
e urlano e fanno rumore
battendo a prua
con forza il tavolato;
e buttano pietre in mare
spingono i pesci verso la cattura.
Finito il rituale
tutto si placa,
veloci a riva
approdano le barche
e tirano le reti
colme i marinai.
Anche i bambini
corsi a curiosare
dividono con loro la fatica,
diventa un gioco,
un semplice pretesto
per bagnarsi i piedi,
rigenerarsi al mare
e rifiorire, ancora,
a primavera.

Domenico Velardi





5 commenti:

u Grecu ha detto...

Spusiddha per me sei un poeta... anzi U POETA! Per chi ha vissuto Favazzina è facile immedesimarsi nei tuoi versi e ricordare alcune istantanee di un mondo che, a volte, sembra lontano secoli. Complimenti, bellissima!

mbù ha detto...

Ciao spusiddha, bella poesia, penso che per scriverla ti sia ispirato sicuramente ai tuoi ricordo di bambino.La pesca come da te descritta una volta volta era quasi un evento popolare, un motivo di aggregazione, a me è capitato raramente di vivere quelle sensazioni che affiorano dalla tua poesia.

tempesta ha detto...

Bella, ma chi fumastu?

mbù ha detto...

tempesta ora chi si afavazzina e non fai un c..zu ra matina a sira pirchi non ti spremi mpocu u ciriveddue cunti puru tu cacchi fattu?

Malumbra ha detto...

Siii, tempesta si poti sprimiri a panza!
la poesia di spusiddha mi fa rivivere delle sensazioni bellissime legate alla primavera e al mare. Forse la nostra generazione è stata l'ultima ad assaporare quella realtà, quando ormai si andava perdendo, Purtroppo...