Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

venerdì 9 ottobre 2009

Le donne del sud e il matrimonio

Il post, davvero bello, del Longo sul matrimonio in una Favazzina che ormai non c’è più, mi ha fatto venire in mente uno scritto che avevo trovato in un libro e che si riferisce ai primi anni cinquanta. Ve lo ripropongo così com’è.

“In Calabria, così come in Sicilia, non era inconsueto che una ragazza sposasse un uomo con cui non aveva mai passato un momento da sola. Quando le donne sposate sedevano fuori dell’uscio di casa, le nubili dovevano disporsi sempre di profilo, come richiedeva una buona reputazione, e non guardare mai verso la strada, se non lo facevano, si attiravano l’accusa di scostumate.
I giovani di passaggio non potevano parlare loro se non in chiesa, dove alla loro protezione provvedevano la statua della Vergine e il freddo sguardo delle madri. Se un giovane si innamorava perdutamente del profilo o delle poche parole di rispettosa cortesia, doveva dichiarare le proprie intenzioni per iscritto, inviando una lettera redatta nelle dovute forme. La lettera era una faccenda seria, tanto seria, da richiedere molte volte il ricorso a uno scrivano di professione, perché, un errore di tono, poteva condurre a un funerale, anziché a un matrimonio.

4 commenti:

trilly ha detto...

...già mi immagino ad aprire trepidante quella lettera.
Ma le poverine potevano leggerla da sole almeno quella?

arcade fire ha detto...

Signorina mi sono innamorato di voi. Il vostro naso è bello, dolce collina coltivata a vigna, e bello sarebbe poter lambire col dito quel mite declivio. E i vostri occhi, quello che mi appare luccica come vetro appena molato quello ch'è a lato voglia il cielo vi sia conservato. Provo dolore al dolore che certo provaste per quel braccio destro immobilizzato nel gesso ma lo sapete, nella gebbia si cade sovente precipitevolissimevolmente. Voi osaste, senza tema di apparire buffa e vi trovaste a far coro in un concerto di buffe. La vostra grazia non cessa per questo, l'arto opposto è perfetto per infilarsi, con rispetto, all'incavo del gomito mio a coronare un sogno a soddisfare la passione che il vostro mezzocorpo ha scatenato. Dovessi morire ora o mai più se posso scegliere non è bugia se vi dico che non ho mai visto una mezza femmina più completa di voi per questo chiedo alla famiglia vostra la benevolenza di accogliermi nel grembo suo, per il momento.
Vostro devotissimo
Salvatore

u'longu ha detto...

Signorina, mi piacete, da quando vi vitti n'urbai o se preferite, n'urbai quandu vi vitti.
Aviti dui minni, chi menu mali chi sunnu sulu dui.
Aviti dui occhi, chi foramalocchiu,
parunu dui lampadine 'nto scuro i da banda a sciumara
Aviti dui ricchi, chi parunu chiddi i sutta a frunti
Aviti nu culu chi pari a rocca randi
Aviti na bucca chi pari a fuleia i na marbizza.
L'autore della presente, fu ucciso all'alba, arretu o muru i Santuni

trilly ha detto...

Assolutamente rapita dall'eloquio forbito e rispettoso del primo scrivano pretendente.
Intimidita ma lusingata dai complimenti corporali del secondo ed aggiungo costernata e affranta per la morte violenta ed immeritata.