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Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

lunedì 19 ottobre 2009

Mike Spusey il Presidente e la escort

«Pronto, Mike Spusey?»
Nell’udire quella voce Spusey trasalì, possibile fosse proprio “LUI”?
«Pronto c’è nessuno?» udì ancora quella voce chiedere.
«Si, sono io, chi parla?»
«Sono il Presidente del Consiglio, possibile non mi abbia riconosciuto?»
«Mi perdoni Presidente, ma non me l’aspettavo una sua telefonata?»
«E’ lei il famoso ispettore Mike Spusey?»
«Si, sono io?»
«Allora perché si meraviglia?»
«In che cosa posso servirla?» Spusey gli chiese
«Credo sia al corrente di quanto stampa e televisione vanno dicendo su un mio presunto incontro con una escort e sul fatto che io abbia pagato la sua prestazione?»
«Si ne ho sentito parlare» Spusey confermò.
«Bene! Vorrei adesso raccontarle come si sono svolti realmente i fatti e poi le dirò perché l’ho chiamata. Come lei certamente saprà, ogni tanto a palazzo Grazioli organizzo delle feste con degli amici. Come in tutte le feste ognuno porta quello che vuole, chi il vino, chi i liquori, chi lo spumante, chi la Coca e qualcuno pure le donne. Dopo aver mangiato e bevuto, appena i miei ospiti se ne sono andati, mi sono recato in camera mia a dormire. Non le dico la sorpresa quando ho visto che nel mio letto vi era una donna. In un primo momento, dato che ero un po' bevuto, ho creduto di aver sbagliato stanza, ma quando sul comodino ho visto la foto di Veronica ho capito che era la mia. Prima ancora di chiederle chi fosse e cosa ci facesse nel mio letto, questa tira giù il lenzuolo e completamente nuda mi dice “Gradisca”, la stessa frase che una volta una donna disse al Duce. Allora ho pensato, se il Duce a suo tempo gradì, non vedo perché non posso gradire anch’io, e così caro Spusey, lei mi capisce, ho gradito. Certo di aver conquistato quella donna col mio fascino e il mio savoir-faire, non le dico la sorpresa e l’indignazione quando lei è andata in televisione a dire che per la notte trascorsa con me io l’avrei pagata.
Sono tutte calunnie, infamie, messe in giro dai comunisti per sputtanarmi, ma non c’è la faranno mai perché la maggior parte degli italiani mi amano e sono con me. Ora quello che io voglio e che lei scopra chi ha cercato di incastrarmi, di rovinare la mia immagine, la mia reputazione. Lo scopra e vedrà che saprò ricompensarla adeguatamente.»
«Stia tranquillo Presidente vedrà che saprò rintracciare i colpevoli.»
«Mi fido di lei» con queste parole il Presidente mise fine alla conversazione.
Non era certamente facile trovare gli autori del complotto, ma Spusey non si scoraggiò, aveva risolto brillantemente tanti di quei casi e sicuramente avrebbe risolto anche questo.
Un indizio comunque c’è l’aveva, il Presidente nel raccontargli come si erano svolti i fatti, gli aveva detto che erano stati i comunisti ad architettare tutta quella messa in scena e anche Spusey era convinto che fossero stati loro, due in particolare. Sapeva dove trovarli e senza perdere tempo si diresse al famigerato molo. Infatti erano là, le Long come al solito pescava, mentre Arcade stava leggendo il famoso trattato “Ma u pruppu con tutti quei tentacoli è di destra o di sinistra?”
«Chi stai piscandu?» Spusey chiese a le Long.
«Mutuli!»
«Ca canna?»
«Se tu na vota cuntasti chi bagnaroti i piscaunu ca rizza, ieu i pozzu benissimu piscari ca canna!»
Spusey non replicò, le Long riguardo la pesca sapeva il fatto suo e se diceva che stava pescando mutuli non c’era motivo di non credergli.
«Devo chiedervi un favore» disse ai due.
«Che cosa?» rispose Arcade.
«Lo so che siete stati voi a giocare quello scherzetto al Presidente del Consiglio, è inutile che cercate di negare. L’altra sera ho visto in televisione Maria a Ciaciola che, spacciandosi per un’altra donna, raccontava della serata passata col Presidente a palazzo Grazioli e non mi è stato difficile collegare i fatti. Solo voi che la conoscete così bene potevate convincerla ad andare a letto col Presidente, perciò il favore che vi chiedo, in nome della nostra vecchia amicizia, e di farla ritrattare. E’ sufficiente che le dite di tornare in televisione e dire che tutto quello che aveva raccontato era falso, che, rifiutata dal Presidente, si è inventato tutto.»
«A tia i tutta sta stori chi ti ndi futti?» le Long l’aggredì.
«Lo sapete come sono fatto. Mi dispiace che un padre di famiglia e di tutti gli italiani, sia messo in ridicolo. La moglie l’ha lasciato, è basso, non ha più capelli, il Milan va male, ci mancava solo che lo accusassero di andare a puttane. Ma a voi uno così non vi fa pena? Non c’è l’avete un po’ di cuore?»
Le Long e Arcade parvero colpiti da quelle parole e ammisero che, in effetti, avevano esagerato e così il giovedì sera ad Annozero, a Ciaciola, in tono dimesso, riferì che si era inventato tutto e che non era mai stata col Presidente del Consiglio.
Il giorno dopo il Presidente telefonò a Spusey e dopo averlo ringraziato per aver svolto in maniera egregia il compito affidatogli, gli disse che come ricompensa l’avrebbe messo nelle liste del suo partito e l’avrebbe fatto eleggere deputato. Spusey rimase parecchio sorpreso e in un primo momento pensò di rifiutare, anche in virtù dei suoi trascorsi nella sinistra, ma poi pensando ai diecimila euro al mese che prendevano i deputati per non fare niente e che lui invece campava con la pensione, in cuor suo si disse che, diecimila euro al mese, bastavano e come a lavare la coscienza ed esclamando «In culu a politica», accettò l’offerta.
Un paio di giorni dopo il Presidente telefonò ancora e, alquanto dispiaciuto, disse a Spusey che nelle liste del suo partito, purtroppo, non c’era più posto, però per tenere fede alla sua promessa l’avrebbe fatto inserire nelle liste della Lega Nord.
Non è possibile riferire quello che Spusey disse al Presidente, sappiamo soltanto che lo videro seduto al bar ru magu mentre si scolava una bottiglia di whisky, e tra un bicchiere e l’altro, con la bocca impastata, ripetere «A mia nta Lega? Megghiu mbriacuni chi leghista».

4 commenti:

arcade fire ha detto...

Apprezzo questo racconto e mi identifico con la punteggiatura praticamente perfetta. Riguardo alla verità dei fatti ci sono imprecisioni: non ritrattammo nulla. U longu disse "e chi boli i mia, u presidenti? sa futti iddu" riferendosi alla escort. Io dissi che u pruppu è di sinistra: otto schede elettorali per otto tentacoli è una buona prospettiva in vista di eventuali elezioni. L'autore non ricorda bene nemmeno la marca del whisky che si scola.

Spusiddha ha detto...

Era di infima marca, credo un J&B, ma u magu lo spacciava per Chivas Regal.

u'longu ha detto...

Ottima Spusidda
Il pruppo è troppo intelligente, quindi è sicuramente di sinistra.
Per quanto riguarda la ritrattazione, per avere un cugino onorevole, anche se di destra, farei carte false.
Così il nemico lo combatteremmo dall'interno, una quinta colonna.
Per il wiskey, secondo me il Mago cambia l'etichette, così ci vende per buono lo stesso wiskey che provocò le stragi degli indiani Navajos nelle riserve.

mbù ha detto...

Non serve che longo e arcade facciano ritrattare a ciaciola, con la prossima finanziaria, sarà approvato un disegno di legge che prevede una escort a scelta per ogni ministro presidente compreso e tutto a spese degli italiani