Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

martedì 24 febbraio 2009

I contadini

I contadini, una categoria di lavoratori che, con mio grande rammarico è andata piano, piano scomparendo (a dire il vero vi è ancora qualcuno che si ostina a farlo, ma sono gli ultimi nostalgici che nonostante le difficoltà non si vogliono ancora arrendere) e pensare che una volta a Favazzina, tranne qualche rara eccezione, erano tutti contadini.
Gente laboriosa i contadini abituata da sempre a lottare e a lavorare la terra con sacrificio e con il sudore della fronte, ma anche con smisurato amore. All’apparenza rudi, persino scontrosi, ma che all’occorrenza sapevano essere di una delicatezza infinita. Estremamente gelosi delle loro cose, ma generosi con chiunque avesse bisogno.
Se vi era però una cosa che non sopportavano e che qualcuno cercasse di fregarli, che si approfittasse della loro bontà e si appropriasse di quello che con tanta fatica coltivavano nella loro terra. Erano anche gente schiva, di poche parole, come mio padre, che parlava poco, mai a sproposito, e quando lo faceva lasciava sempre il segno.
Un pomeriggio che si era recato all’orto alla Favagreca vide nell’avvicinarsi che sul nespolo che aveva piantato vicino alla porta, vi era un uomo intento a raccogliere le nespole. Senza perdere la calma, mio padre, appena arrivò davanti all’entrata si rivolse al tizio e lo salutò.
Il tipo era F.M. un ferroviere che era arrivato da poco dalla Sicilia e abitava insieme alla sua famiglia in uno degli appartamenti che vi erano alla stazione. Questi alquanto sorpreso rispose al saluto e mio padre sempre con estrema calma gli chiese «Scusati, ma nci zappammu u peri anita?»
Il tipo dapprima non capì la battuta e cercò di abbozzare una timida difesa e mio padre incalzando «Pirchì, se non nci zappammu u peri anita voli riri chi mi stati futtendu i nespuli»
Era meglio se gli avesse dato una maschiata poiché quello capito che l’orto era di mio padre, scese subito dall’albero e borbottando si allontanò con la coda tra le gambe.

7 commenti:

u'longu ha detto...

Bella Spusidda
Io credo che i nostri contadini, per la natura del nostro territorio, siano stati tra i più sacrificati di tutta Italia.
Solo per raggiungere il posto di lavoro dovevano scalare le colline, tutto era rigorosamente manuale perchè non c'era lo spazio per macchinari.
Non parliamo poi del trasporto, un massacro.
Nonostante tutto questo, riuscivano ad essere sempre molto spiritosi.
Mi è capitato di vendemmiare nell'Oltre Po pavese, credetemi una scampagnata, se penso all'immenso lavoro che bisognava fare da noi.

mariuzza ha detto...

Sono orgogliosa di avere un contadino doc ancora in vita tra le persone a me più care. E' un vero orso, un contadino che ha sposato la terra nel vero senso del termine.
Lavora la terra tutto il tempo.
L'armacie carunu e iddhu i faci, a muntagna cari e irrhu a faci rautra vota ra via nova finu a testa.
Na cosa innovativa: 25 o forse 30 anni fa ha fatto l'impianto con la teleferica. Ha investito tutto li'
Ringrazio mio padre perche' oggi amo la terra e la capisco.

Spusiddha ha detto...

Longu mi ricordo sempre quando tu ed io portavamo i cofani a Fermo già a primi di settembre, molto prima della vendemmia. Ricordo che mi fregavi sempre e ne portavi ad ogni viaggio uno o due più di me, solo perchè avevi le braccia più lunghe e riuscivi a tenerne di più sulle spalle.
Ti ricordi questo particolare?
Comunque nonostante la fatica andavamo su con gioia, quasi divertendoci, bei tempi che ricordo sempre con tanta nostalgia.

Spusiddha ha detto...

Mariuzza tuo padre lo vedo poco, l'ultima volta l'ho visto al funerale di mia madre, ma tuo fratello quando vado a Favazzina lo incontro spesso e alcune volte mi ha pure dato delle bottiglie di vino da bermi alla sua salute.
Lui è l'emblema del contadino, allegro, gioviale, sempre col sorriso sulle labbra.
Ti giuro che più di una volta l'ho invidiato e avrei pagato non so cosa per essere come lui o come i nostri padri, un contadino!

mariuzza ha detto...

mi dispiace deluderti. ma mio fratello e' ormai contadino part-time. L'aspetto bello, appassionato c'e' ma c'e' una grande parte che e' fatta di sacrifici e di stenti.
Mio fratello ha un carattere solare e' molto aperto con la gente questo lo fa apparire allegro e festoso, suppongo che se fosse un contadino del nord con questo carattere, sarebbe stato molto più contento

u'longu ha detto...

Caro cugino, tu hai una visione poetica dei nostri contadini è questo ti fa onore.
Purtroppo non credo che hai nostri tempi, almeno nel nostro paese, sarebbe possibile fare ancora il contadino.
Tanto lavoro per poi arricchire gli altri, i commercianti, che pretendono tutto a quattro soldi, per poi rivendere a loro piacimento.
Da ragazzi abbiamo lavorato per aiutare i nostri genitori, quanta fatica, il risultato è che adesso siamo lontani, almeno a raccontarlo

arcade fire ha detto...

Conoscendo cumpari Roccu penso che se il mariuolo fosse stato più educato tuo padre gli avrebbe dato nu cofunu di nespuli, Mimmo. Bel ricordo di un mestiere nobile e di nobiluomini.