Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

venerdì 27 febbraio 2009

Sciroccu e boria

Carmarìa di sciroccu
ventu di damascu
aria cadda supra 'a peddi
purbiri di terra nte prumuni

'u mari chiattu rema pì fora
n'terra scrusciunu i canniti
nuvulati di rina cumbogghiunu
i barchi nta marina

'a muntagna bugghi e brucia
u fumu mbrogghia 'a luna
chi nchiana e sa passìa
supra 'a rimembranza

tri jorna se va bbonu
tantu mi schiattamu
brucia l'aria e nta stu siccu
si cunzuma l'acqua e u sciatu

tri jorna se va bbonu
poi veni u friscu
refulati di ventu
a boria sciuscia e porta bbentu

Il REALITY SHOW E' UN VIZIO, COME IL FUMO!

Il Reality show é la più grossa presa in giro che le menti di psicologi, sociologi ed autori televisivi possano aver inventato e lo è già nel titolo: il termine inglese, tradotto, significa spettacolo della realtà... ma per spettacolo, lo sappiamo tutti, si intende una rappresentazione artistica (quando c'è arte) organizzata che non può essere la vita reale. Se ci pensate bene questo modo di fare televisione ( e quindi "cultura", purtroppo) non è altro che l'amplificazione di un vizio umano: a chi non piacerebbe, infondo, guardare nel buco della serratura?
Nella nostra società uno dei problemi più grossi viene sempre dalla lingua, quella che si muove e si fa i fatti degli altri; e così che una notizia parte tonda e arriva quadrata. A tal proposito Gesù Cristo dice, in modo tagliente e illuminante (sempre per chi si lascia illuminare) queste parole: "Il vostro parlare sia si si, no no, il resto viene dal diavolo". Se una cosa è vera dici si, se è falsa dici no. Se sei in mezzo sei nell'inganno e stai anche ingannando gli altri (pensiamo, ad esempio, quando riportiamo una frase per sentito dire..).
Quando incontro un reality in TV non posso non ammettere che un pò di tentazione arriva, e se indugio nel curiosare (anche solo nel senso critico del termine) mi accorgo che la mia mente si intorbidisce perchè non deve impegnarsi o sforzarsi a capire qualcosa. Sto iniziando a farmi i fatti degli altri perchè infondo sono li a portata di mano e non bisogna fare nessuna fatica per saperli (la cosa è stata studiata bene da vari personaggi che lavorano dietro le quinte e ci guadagnano anche tanto per pensare queste cose). Se mi lascio andare e non oppongo resistenza il vizio inizia ad impossessarsi di me e me ne accorgo perchè ho il desiderio di vedere cosa succede domani (tipo Beautiful o il vizio delle sigarette). Ma anche se, guardando, inizio a parlare male del programma questo non impedisce che io non ne subisca gli effetti negativi. E' come mangiare un boccone avariato e lamentarsi del brutto sapore.
Noi però abbiamo la libertà, quella vera! possiamo scegliere le cose buone o le cose cattive. Se scegliamo una cosa buona dobbiamo però rinunciare ad una cosa cattiva, non esistono vie di mezzo.
Ieri siamo entrati in tempo di Quaresima e per tutti i Cristiani è tempo di rinunce. Non ci farebbe male rinunciare alla televisione dei reality e delle soap opere e magari anche ai movimenti eccessivi della lingua! che ne dite?

Occhio alle e-mail

Una coppia decide di passare le ferie in una spiaggia dei Caraibi, nello stesso hotel dove passarono la luna di miele 20 anni prima.

Però per problemi di lavoro, la moglie non può accompagnare subito il marito: l'avrebbe raggiunto alcuni giorni dopo.

Quando l'uomo arriva, entra nella camera dell'hotel e vede che c'è un computer con l'accesso ad internet.

Decide allora di inviare una e-mail a sua moglie, ma sbaglia una lettera dell'indirizzo e, senza accorgersene, la manda ad un altro indirizzo.

La e-mail viene ricevuta da una vedova che stava rientrando dal funerale di suo marito e che decide di vedere i messaggi ricevuti.

Suo figlio, entrando in casa poco dopo, vede sua madre svenuta davanti al computer e sul video vede l’e-mail che lei stava leggendo:


Cara sposa, sono arrivato.Tutto bene.Probabilmente ti sorprenderai di ricevere mie notizie per e-mail, ma adesso anche quì hanno il computer ed è possibile inviare messaggi alle persone care.Appena arrivato mi sono assicurato che fosse tutto a posto anche per te quando arriverai lunedì prossimo.
Ho molto desiderio di rivederti e spero che il tuo viaggio sia tranquillo, come lo è stato il mio.
N.B. Non portare molti vestiti, perchè quì fa un caldo infernale!!!

ps.cugi negretto, ti mmancavunu sti storielli eh?

U Mister e i realty

Senza giri di parole o altro...
Ma.... mu vu ricu a vui ieu partecipava a nu realty!!!
Ma... se mi capita li guardo pure (Cristina,l'ultima entrata,ma mancu l'atri zanniunu!!!):) ;) .
Cmq... non ci trovo niente di male ne a guardarli e si mi ravunu a possibilità pure di parteciparvi.
Secondo me se una persona ci sa fare si sistema per tutta la vita!
...per tutti coloro che hanno problemi a capirmi.....
Quanto scritto sopra non vuol dire prendere come esempio di vita , modello,o altro il GF o qualsiasi altro reality. ! Se mi capita lo guardo. stop.

giovedì 26 febbraio 2009

RealityShow:un pò di storia....

Alla fine degli anni ’60 Andy Warhol disse che in futuro tutti avrebbero potuto essere
famosi per 15 minuti. Grazie alle moderne tecnologie la premonizione dell’artista
americano oggi è realtà. E’ con questa idea che tra la fine degli anni novanta e l’inizio
del nuovo millennio parte in Italia quella nuova forma di programmi televisivi che
prende il nome di Reality Show. Con questa terminologia si intendono tutti quei
programmi in cui un gruppo di persone accettano di essere “spiate” 24 ore su 24 da una
serie di telecamere. Tutto il materiale filmato viene trasmesso in diretta dando la
possibilità a coloro che sono a casa seduti davanti alla TV o davanti al monitor del PC
di farsi per una volta i “fatti altrui” in modo oltretutto anonimo e con il permesso di chi
si stà facendo spiare. I Reality Show sono però diventati un vero e proprio fenomeno di
massa e concentrano ancora oggi l’attenzione dei media: TV, stampa, radio; ma forse il
mezzo più “inquinato” dai Reality è Internet. Migliaia di siti specializzati più o meno
ufficiali che aggiornano il pubblico minuto per minuto sulla situazione dei nostri
begnamini che sono costantemente messi alla prova dagli autori della trasmissione
attraverso prove fisiche o giochi che rendono il programma avvincente e danno ottimi
spunti per scomesse (“chi vincerà la prova del leader?, chi verrà nominato?”).
Un’aspetto importante è che questo nuovo tipo di programma ha inciso fortemente sulla
nostra cultura, prendiamo per esempio la lingua parlata, parole come nomination o
tugurio sono entrate a far parte del vivere comune, altre parole invece hanno modificato
il significato e questo cambiamento ha provocato il crearsi di situazioni a dir poco
imbarazzanti (si pensi a un prete che dice “vado nel confessionale”). Il fenomeno
Reality è comunque esploso e per il momento non ha intenzione di spegnersi visto il
numero di Reality che le reti hanno in previsione di programmare è ancora alto,
numerose saranno le edizioni ripetute dello stesso show ma con personaggi diversi, altre
reti invece punteranno su nuovi format che non sempre danno il successo sperato, sono
numerosi, infatti, i flop di alcuni reality che visto il ristretto pubblico che li seguiva
hanno dovuto chiudere i battenti dopo poche puntate o addirittura dopo la puntata di
avvio....

Giorgione e i reality

Innanzitutto scusate per il ritardo, non ho fatto ancora in tempo a leggere i precedenti post sull'argomento ma rimedierò.
Reality dovrebbe essere un genere televisivo di intrattenimento basato esclusivamente sulla capacità dei protagonisti di mettere in risalto la propria personalità in un determinato contesto sociale, quindi relazionandosi ai propri compagni di avventura, ed ambientale, sia esso una casa, un salotto, una spiaggia, una giungla, una savana, un deserto, o quel che sia. In tutto ciò risulta fondamentale la presenza costante delle riprese televisive che dovrebbero consentire al telespettatore di godere più o meno ininterrottamente dello spettacolo offerto dai prodi eroi.
Fatta questa considerazione credo che nessun programma televisivo che io abbia mai avuto il piacere di gustare risponda a tali requisiti, quindi in base alla mia forse scarsa esperienza il reality non esiste. Esistono dei format spacciati per reality a mio personalissimo parere pilotati e sui quali si costruiscono storie melodrammatiche di dubbio gusto ed interesse.
E' tuttavia risaputo che un numero più o meno alto di telespettatori siano attratti dal genere, ma non mi stupisce dal momento che, volendo tracciare un percorso parallelo, è sempre esistito un certo interesse verso le storie di cronaca rosa racontate anche a mezzo stampa.
Nulla di male, ma non è un genere che mi incontra i miei gusti e dubito seriamente che riuscirei mai ad esserne protagonista.
Ad ogni modo, per toglierci ogni dubbio, riparliamone davanti ad una bella vagonata di euro...

Saluti a tutti

mercoledì 25 febbraio 2009

Reality

I Reality Show rappresentano per me la TV dei mediocri, di modesti individui che limitati nelle loro competenze, ci vengono propinati insistentemente per farli assurgere alla ribalta ed alla notorietà senza merito. La televisione ci propone questo particolare tipo di programma, ma quelli che parlano bene dicono "format": costa poco e sembra incontrare il favore del pubblico!
A mio avviso, è senz'altro meglio impiegare il proprio tempo leggendo La Repubblica di Platone, il discorso sul metodo di Cartesio o l’Alchimista di Paul Coehlo, però, trovo tuttavia esagerati il rifiuto o l'ammiccamento di sufficienza che una cosiddetta elite di spettatori e di critici televisivi riserva a questi programmi. Ma è nello stesso tempo difficile negare che tali programmi e i loro protagonisti non costituiscano, in qualche modo, lo specchio abbastanza veritiero della odierna società.
Qualcuno attribuisce agli affezionati spettatori di questi programmi una perversa pulsione voyeuristica, tuttavia, secondo me, esagerando ancora. È il segno dei tempi. Non è stato forse uno degli autori più significativi del Novecento italiano ed europeo, mi riferisco ad Alberto Moravia, ad intitolare un suo fortunato romanzo "L'uomo che guarda"?La curiosità verso l'esistenza degli altri non è semplice pettegolezzo, ma sovente una forma di intelligenza e di riflessione filosofeggiante. Inoltre, i reality, almeno nei momenti più spontanei e depurati dalle melense trovate degli autori, costituiscono esperimenti di psicologia sociale con un importante valore educativo. Lo spettatore ha modo di vedere come funziona in concreto un gruppo, come si cementa o si disgrega, come si costituisce o si distrugge la leadership, come ogni singolo affronta i problemi che la contiguità fra esseri umani fatalmente determina. E questo, in qualche modo, favorisce nel telespettatore un non trascurabile apprendimento per imitazione. Impara secondo le stesse modalità con cui si apprende di frequente nella vita reale.Identificandosi con i vari personaggi vive il colpo basso, il tradimento dell'amico o del fidanzato, le invidie, le gelosie, gli esibizionismi che fanno parte integrante della quotidianità concreta di qualsivoglia gruppo si appartenga: i compagni di classe, i colleghi di lavoro, gli amici.
Concludo che, se i reality sono spazzatura, dobbiamo riconoscere che nella nostra epoca forse proprio i rifiuti hanno molto da dirci circa il punto in cui sono giunte la nostra civiltà e la nostra umanità.

Informazioni di servizio

Ciao a tutti, mi scuso per non aver provveduto in tempi utili ad aggiornare la rubrica della settimana, ma in questi giorni non ho avuto la possibilità di connettermi (Malumbra non è che ogni tanto ci metteresti mano anche tu??).

Vedo che l'argomento di Georgie ha riscosso molto successo. Vorrei scrivere anch'io un post sull'argomento, ma oggi non posso proprio.
Georgie ricordati che devi scegliere tu il prossimo "argomentatore", magari prenditi ancora qualche giorno visto che il tuo argomento è partito in ritardo.

All'interno del blog ci sono molti post "orfani". le cosiddette bozze. Post scritti, a volte solo iniziati e mai pubblicati. Volevo solo avvisarvi che tra qualche giorno provvederò alla cancellazione definitiva di tutte le incompiute per creare un po' di ordine nell'archivio dei post.

Quindi se avete qualche bozza che è rimasta appesa provvedete ad ultimarla e a pubblicarla. Lo spazio web è prezioso, non sprechiamolo!

U Longu ed i reality

Ho già espresso il mio parere sui reality nei vari commenti che ho fatto, voglio tornarci per non sottrarmi alle regole del Blog e anche perchè, come sempre, l'argomento è interessante.
Sono un fruitore televisivo come tutti voi, e come tutti voi ho dei programmi che m'interessano o che mi annoiano meno ed altri che considero spazzattura, tra questi ci sono i reality.
Allora, siccome molto spesso ho dei dubbi, cosa che dovrebbero avere un pò tutti, non considerandomi uno snob, una notte da solo, in pieno zapping, mi sono imbattuto in una replica del Grande Fratello e mi sono soffermato, c'era una scena dove una bionda, niente male, che piangeva a dirotto, era disperata.
Questo episodio si svolgeva in concomitanza della morte di Eluana Englaro, ed io per un attimo ho pensato, caspita che sensibilità, deve aver saputo della tragica fine della ragazza ed ha reagito emotivamente, anche se sta esagerando, tutto questo le fa onore.
Ho avuto dei rimorsi, ed io che li consideravo delle cavie in una gabbia di vetro, dei mercenari del trash, poveri cristi.
Continuo a guardare ammirato, quando mi accorgo che quella piangeva, non per Eluana,
ma solo perchè l'avevano eliminata dal gioco non so per quale motivo, forse per intemperanze.
Quindi mentre tutta l'Italia si schierava, soffriva, litigava, su un caso così drammatico che riguardava la vita e la morte di una giovane donna, anche noi nel nostro piccolo ci eravamo schierati, quella piangeva per i fatti suoi, disperata, per un motivo molto futile di fronte alla morte, la realtà, quella vera, faceva sembrare meschino il suo disperarsi.
La realtà, quella di ogni giorno, è tutta un'altra cosa, facesero pure dei progammi per voyeurs che tanto piacciono, ma non li chiamino reality, li chiamassero minchiate, magari con la y finale, un tocco anglosassone.
Riguardo ad un eventuale mia partecipazione, v'informo che io ho già serie difficoltà quando devo posare per una foto con gli amici o con i familiari, non so come mettermi, che faccia fare, figuratevi di fronte all'occhio di una telecamera che mi spia, mi caccerebbero a calci nel sedere.

Proverbi

Vi vorrei raccontare di quando ero piccola e in estate vivevo i pomeriggi nella mia vineddha. Arrivava l'estate, di pomeriggio quando nta vineddha battiva u friscu (e a me vineddha scusati era bella pirchì era a cchiù curta ed era piena di piante) ndi sittaumi tutti davanti casa e ci si riposava.

Nella prima parte dell'estate, appena finita la scuola e prima che arrivassero i turisti, mi sedevo con le "nonnine" vicine di casa, cu cummari Giuva***a a Camilla, a cugina Maria***la 'a mericana e imparavo a lavorare all'uncinetto.

Cominciavo con commare Giov. e lavoravo all'uncinetto per pomeriggi interi a fare i miei centrini, poi succedeva qualcosa e cambiavo postazione andavo dalla cugina a mericana. Cummari Giuv** però non me lo perdonava. Ferma, decisa mi guardava negli occhi e mi diceva: - Senti, t'insignu na cosa viri chi a petra chi non faci lippu sa leva a sciumara!

Io non lo capivo lì per lì ma rieccheggiava nelle orecchie e me lo ricordo ancora oggi.
Ricordo con tanto affetto 'a Camilla che per me è stata come una nonna mi ha aiutato tante volte quando ero in difficoltà.

U Russu e i reality

Prima di tutto ammetto di aver seguito almeno un paio di
edizioni, negli U.S., di reality shows che consistono di gare e competizioni con
persone che non sono famose ma certamente selezionate con definiti
criteri fisici e certamente con la necessaria diversivita'.
Dico "ammettere" perche' leggendo i posts sembrerebbe che seguire
spettacoli del genere sia in qualche modo un po' perder tempo
ed anche "trash tv".
Proprabilmente questi spettacoli sono diversi da quelli che potete
seguire in Italia ma le formule sono piu' o meno uguali.
Essendo delle competizioni, almeno per me, puo' diventare coinvolgente
se ci sono dei personaggi per cui puoi avere preferenze e come sempre
ci sarranno i drammi e interessi dei gruppi che si formano.
Come diceva il Negretto, credo, questi sono dei programmi che si
possono seguire senza troppo impegno, magari leggendo if favazzina
blog, perche' si sa la formula e piu' o meno quando bisogna seguire con attenzione.
In fatti, sara' a quel momento che cercheranno di venderti if caffe
che dovresti preferire !!
Ormai questa e' una direzione che quelli che decidono e programmano
per le tv non cambieranno perche' funziona e costa molto di meno che
sviluppare programmi che richediano uno sviluppo continuo.

No, non credo che potrei participare mai in un reality show,
e' contro natura ... mancu mortu !!
Come ha detto u'longu, si sta a parlare e dire di tutti attorno alle
conche in un piccolo paese, ma secondo me certamente non e' nel dna di
aprire la porta alle telecamere.

Per quanto riguarda l'influenza sui ragazzi, io sarei molto piu'
fiducioso su quello che imparano e le scielte che faranno.
Ma mi limito a non dire altro perche' chiaramente non so a che
particolari Georgie si potesse riferire.

P.S. : Per fortuna ci sono molti programmi piu' interessanti e provocativi
che posso seguire in tv, percio' c'e' ne di che sciegliere !

martedì 24 febbraio 2009

Arcade fire e i reality

Un quarto d'ora di celebrità non si nega a nessuno, pare che l'abbia detto Andy Warhol e si riferiva alla facilità di rendere evento, grazie all'universalità dei mezzi di comunicazione, anche la più banale delle manifestazioni artistiche e no. Non ho mai guardato un'intera puntata di nessun reality e quello che so o l'ho letto oppure ne ho vista qualche parodia pertanto il mio giudizio scarsamente documentato non vuole criticare nessuno anche se è un giudizio perentorio: i reality sono coglionate e faccio una fatica tremenda a non inserire i miei amici -di cui peraltro ho stima- che li guardano nella categoria da cui nasce il sostantivo femminile plurale. A mio parere non c'è nulla di spontaneo in ciò che avviene in quelle trasmissioni; solo per il fatto che entri in un mezzo che ti trasporta nelle case di milioni di persone si modifica la tua personalità, se ci aggiungi la competizione e il premio finale il cerchio si chiude dentro a una situazione di irrealtà che non ha riscontri nella quotidianità della vita che questi show vorrebbero rappresentare. Mi va bene che li chiamino show ma lascino perdere la realtà, la vita vera, che non è un quarto d'ora di successo oppure lo sgomitare per un posto da velina o il lusso di calciatori strapagati e nemmeno un mondo di quiz o di pacchi. Quante cose di meglio ci sono che guardare degli alieni dentro a una scatola luminosa. A richiesta fornisco privatamente una lista di alternative praticabili tutte più divertenti (soddisfatti o rimborsati) e salutari; correremo il rischio di essere appellati snob al cospetto della varia umanità ruttante e compagnia cantante ma io dico che ne vale la pena. Meglio snob che in cattiva compagnia televisiva.

I contadini

I contadini, una categoria di lavoratori che, con mio grande rammarico è andata piano, piano scomparendo (a dire il vero vi è ancora qualcuno che si ostina a farlo, ma sono gli ultimi nostalgici che nonostante le difficoltà non si vogliono ancora arrendere) e pensare che una volta a Favazzina, tranne qualche rara eccezione, erano tutti contadini.
Gente laboriosa i contadini abituata da sempre a lottare e a lavorare la terra con sacrificio e con il sudore della fronte, ma anche con smisurato amore. All’apparenza rudi, persino scontrosi, ma che all’occorrenza sapevano essere di una delicatezza infinita. Estremamente gelosi delle loro cose, ma generosi con chiunque avesse bisogno.
Se vi era però una cosa che non sopportavano e che qualcuno cercasse di fregarli, che si approfittasse della loro bontà e si appropriasse di quello che con tanta fatica coltivavano nella loro terra. Erano anche gente schiva, di poche parole, come mio padre, che parlava poco, mai a sproposito, e quando lo faceva lasciava sempre il segno.
Un pomeriggio che si era recato all’orto alla Favagreca vide nell’avvicinarsi che sul nespolo che aveva piantato vicino alla porta, vi era un uomo intento a raccogliere le nespole. Senza perdere la calma, mio padre, appena arrivò davanti all’entrata si rivolse al tizio e lo salutò.
Il tipo era F.M. un ferroviere che era arrivato da poco dalla Sicilia e abitava insieme alla sua famiglia in uno degli appartamenti che vi erano alla stazione. Questi alquanto sorpreso rispose al saluto e mio padre sempre con estrema calma gli chiese «Scusati, ma nci zappammu u peri anita?»
Il tipo dapprima non capì la battuta e cercò di abbozzare una timida difesa e mio padre incalzando «Pirchì, se non nci zappammu u peri anita voli riri chi mi stati futtendu i nespuli»
Era meglio se gli avesse dato una maschiata poiché quello capito che l’orto era di mio padre, scese subito dall’albero e borbottando si allontanò con la coda tra le gambe.

lunedì 23 febbraio 2009

IL negretto e i Reality

I Reality: il grande male della tv?Sparare a zero contro i reality è una moda, penso che nessuno si sognerebbe di dire in pubblico che segue un qualsiasi reality, assolutamente no, se si facesse un sondaggio su scala nazionale e si intervistassero tutti gli italiani non si troverebbe nessuno che segue i reality, ne sono convinto, certo poi la mia logica avrebbe difficoltà ad interpretare i 7 milioni di spettatori registrati dal grande fratello o dall'isola dei famosi: un altro mistero italiano!
Tutto questo sparare a zero sui reality non lo condivido, forse ce ne sono troppi, forse qualcuno inizia a stufarsi, ma non sono così negativo. In fondo chi ha detto che questi "personaggi" televisivi sono presi a modello?Aundi u liggistu?A volte si ha la tendenza a generalizzare, a esagerare. Non mi sembra che dei cento e più partecipanti alle otto edizioni precedenti del grande fratello se ne vedano così tanti in giro per la tv!Scumpariru tutti a parte pochi che possiamo contare sulle dita di una mano, per cui non mi sembra che siano osannati come star nè tantomeno presi a modello!Dopo qualche mese già sono nel dimenticatoio. Non sono programmi filosofici, nè politici, nè culturalmente di livello però non demonizziamoli, sono leggeri, saranno trash(nè più nè meno di altri programmi "impegnati"), ma fanno ridere, fanno svagare un pò la mente. Ma poi durante la giornata o quando uscite con amici, parlate sempre di argomenti impegnativi, culturali?Non penso, anzi lo spero. Fra maschi per esempio di che si parla?ve lo dico io: fimmini, calcio o sport in genere, film e pettegolezzi vari. Cioè parliamo di TRASH e ogni tanto ci facciamo seri e parliamo della vita, di lavoro,di politica,etc etc. I reality sono quella parte di trash che c'è nella vita di ognuno di noi e vanno bene così, anche perchè a cu non ci piaci non su varda. Ma non criticateli tanto per, in fondo qualcuno ha detto che anche favazzina poteva essere considerato un reality, ed è vero, e che male c'è?topi in gabbia?da laboratorio?ma chi stati ricendu?Sono là che vivono, si divertono,piangono,ridono,recitano, grirunu,si mustrunu, si spogghiunu, fut***, e allora?c'est la viè!Solo che ci sono le telecamere a riprendere tutto!Non scandalizziamoci di questi reality, riempiono il lato voyeristico che c'è in ognuno di noi, il lato più leggero e spensierato. Non penso che chi partecipa è un fallito o un grande egocentrico, per quale motivo?c'è chi va per cercare di vincere il premio finale, chi per tentare di entrare del mondo della tv!Che male c'è?Io ci andrei, parteciperei ad un reality tipo il grande fratello e non mi sentirei un egocentrico!Seguire un reality non è così negativo o anormale, essere assuefatti si ma come per ogni cosa credo, non solo per il reality!
QUesto era riferito al grande fratello o simili dove partecipano persone comuni, discorso a parte meritano quei reality che vedono protagonisti personaggi già famosi; questi non li considero reality perchè lì si che mi sa di farsa, un modo per qualcuno famoso caduto nel dimenticatoio di rilanciarsi. Forse a contribuire al giudizio così negativo che spesso si da ai reality non sono i reality in sè ma tutto quel fiorire di spazi in altri programmi (buona domenica, quelli che il calcio, vari tg) o su tutte le riviste televisive e non , che sti reality ndi fannu nisciri i l'occhi!QUello lo condanno sicuramente.
Comunque per concludere io non condanno i reality, che sono un fenomeno dei tempi nostri, non sono il demonio della tv come qualcuno li vuole dipingere!

REALITY,V°POTERE

BEN RITROVATI.Dico la mia.Il potere senza controllo della TV,la crescente invadenza della televisione nella vita di ognuno di noi , ha generato dopo "SOAP"il REALITY show,dove sono le storie private delle persone qualunque a dare spettacolo.Oramai il mondo della finzione televisiva è diviso da un sottile confine tra realtà e finzione umana.Bisogna condannare non solo il mezzo televisivo e i suoi manovratori, ma anche il pubblico che li segue,oramai assuefatto.L'essere umano nasce libero ed è sempre in costante ricerca di libertà e della verità, anche superando la propie ansie e paure.

sabato 21 febbraio 2009

ARGOMENTO: I REALITY

Ormai i reality sono diventati argomento di discussione e purtroppo
ce li ritroviamo in continuazione sui giornali e in televisione.
I ragazzini non parlano d'altro e fanno di questi 'personaggi' un modello da imitare e seguire.
Cosa ne pensate?
Partecipereste mai ad un reality se ve lo proponessero?

venerdì 20 febbraio 2009

A PROPOSITO DI ELUANA, MBU’?

Certo che un argomento più semplice non ci poteva essere per iniziare questa rubrica, complimenti al Negretto per la scelta.
Premetto che non ho ancora letto i vostri post, personalmente spero di non trovarmi mai in una situazione del genere, voler scegliere di far cessare la vita, se di vita si può parlare, di un parente è dura e molto coraggioso da parte chi lo decide. Nessuno ha il diritto di decidere della vita di una persona, ma quella che stava portando avanti Eluana era una vita? A detta di molti NO. Si può stabilire se Eluana fosse sottoposta ad un accanimento terapeutico o fosse solo aiutata a nutrire il proprio corpo visto che lei comunque respirava naturalmente, ma non poteva per ovvie ragioni nutrirsi da se? Fatte queste considerazioni ricordo che il padre di Eluana ha sempre detto che lei non avrebbe mai voluto che i dottori la tenessero in vita in situazioni simili, ma perché? Perché avrebbe sofferto nel vedersi su un letto senza potersi muovere, ma lei si vedeva? E soffriva? Clinicamente parlando non avrebbe potuto, quindi non soffriva, allora perché suo padre ha fatto quello che ha fatto? Per egoismo forse, perché non voleva soffrire nel vedere una ragazza, sua figlia, in quello stato. O forse perché se un giorno fosse avvenuto un miracolo lei avrebbe riaperto gli occhi e non ci sarebbero stati i suoi genitori accanto al suo letto e avrebbe vissuto una vita da menomata e da sola. Se per il padre lei era morta 17 anni fa, che problemi gli avrebbe dato farla continuare a vivere da “morta” ancora per qualche anno?
Detto ciò non ho nè la voglia né il diritto di sindacare sulla sua decisione, ma se tutti i genitori dovrebbero dare retta a quello che i loro figli 16enni dicono……….
Peppino, il padre di Eluana, non credo sia cattolico, infatti voleva far cremare la figlia, senza farle il funerale, poi ha deciso di farglielo il funerale, ma no vi ha partecipato, da quest’ottica la sua scelta può essere capita anche se non condivisa.
Non capisco invece l’accanimento politico nel non voler far attuare una sentenza, volendo costringere il Presidente della Repubblica ad andare contro la Costituzione. Sarei curioso di leggere il testo della legge che vogliono fare, adesso che il clamore si sta assopendo la fretta per fare la legge si sta assopendo anch’essa, come se altri casi simili non ce ne siano in Italia o forse si sta cercando un altro momento opportuno per destabilizzare ancora di più le nostre istituzioni. Chiedo scusa per il ritardo con il quale ho partecipato alla rubrica e ad alcuni anche per quello che ho scritto.

Il mio incontro con Romina Power

Visto che siamo sotto il Festival, voglio raccontarvi un episodio che mi è accaduto molti anni fa.
Anni settanta, al Palalido di Milano vi era un concerto di musica leggera, al quale partecipavano diversi cantanti famosi. Tra questi vi era anche Loredana Bertè, la star della serata, allora in vetta alla classifica dei dischi più venduti con “Sei bellissima”. Il palco era stato allestito nel parterre e i cantanti, dopo ogni esibizione, sostavano dietro al palco, aspettando di essere richiamati per la prossima canzone. Non vi erano protezioni e il servizio d’ordine vigilava affinché quelli del pubblico non si avvicinassero troppo ai cantanti. Ad un certo punto un lato della gradinata rimase scoperto e parecchi ragazzi si intrufolarono in mezzo ai cantanti, tra questi c’era il sottoscritto, il vostro amico spusiddha. Subito però quelli del servizio d’ordine se ne accorsero e ricacciarono indietro i ragazzi, tutti tranne me. Perché ? direte voi, semplice per il mio abbigliamento.
Avevo dei jeans strettissimi in vita e larghi in fondo, una maglietta aderentissima, dei zoccoli ai piedi alti sette o otto centimetri, allora di gran moda, e capelli alla Lucio Battisti. Come potete immaginare quelli del servizio d’ordine mi scambiarono per un cantante. Rimasto lì, presi a muovermi in mezzo a loro, ai Dik Dik, Sandro Giacobbe, Joe Squillo, Albano, Romina Power e tanti altri che ora non ricordo e a fare loro domande. Proprio in quel momento il presentatore chiamò Albano sul palco e Romina Power rimase da sola. Subito mi avvicinai a lei per parlarle, ma quando le fui davanti rimasi folgorato dalla sua bellezza, era stupenda, un viso bellissimo e dei capelli lunghissimi che le cadevano morbidi sulle spalle. Ero talmente rincoglionito che non sapevo più cosa chiederle. Lei mi guardava e sorrideva, ovviamente aspettava che le dicessi qualcosa, ma io imbarazzato più che mai l’unica cosa che riuscii a dirle fu «Mi fai un autografo?».
«Volentieri!» mi rispose con un sorriso che mi scombussolo tutto, ma sia io che lei non avevamo la penna e ci mettemmo a ridere per la situazione divertente che si era venuta creare. Voleva andare nel suo camerino a prenderla, ma proprio il quel momento il presentatore la chiamò sul palco per cantare con Albano e lei prima di andare mi disse «Se mi aspetti appena finisco di cantare te lo faccio».
Figuriamoci pensai se una strafiga come lei, quando torna, ha ancora in mente me e il mio autografo! Cantò due o tre canzoni insieme ad Albano, poi mentre lui continuò a cantare da solo, lei torno lì, dietro al palco. Io ero vicino agli altri cantanti che me la tiravo e, voi non ci crederete, ma lei appena mi vide si avvicinò e con un sorriso meraviglioso mi invitò ad andare con lei in camerino per farmi l’autografo. Non riuscivo a credere che si fosse ricordata di me, che stavo al suo fianco, che camminavamo insieme, come due vecchi amici, sotto lo sguardo curioso di tutti gli altri cantanti. Arrivati al suo camerino mi fermai sulla porta, ma lei sempre sorridendo mi invitò ad entrare, prese la penna dalla borsetta, un foglio di carta e mi fece l’autografo. Seguitava a sorridere ed era così bella che non solo mi toglieva il fiato, ma anche la parola. Proprio mentre stava per porgermelo, entrò Albano, non disse niente ma ci fulminò con lo sguardo. Io non sapevo cosa fare, ma anche lei vidi che cambiò espressione, l’allegria che fino a poco prima aveva sul viso, sparì di colpo. Pareva si sentisse in colpa, come se lui ci avesse sorpresi a fare chissà che cosa. Sembrava intimorita dalla sua presenza, come soggiogata, capii che tirava una brutta aria, la ringraziai e con l’autografo in mano uscii dal camerino. Lui aveva una faccia che non vi dico e, non posso giurarlo, ma credo che qualcosa sul mio conto glielo chiese e probabilmente ci scappò pure una litigata.
Albano non l’ho mai potuto soffrire, ne come uomo, ne come cantante, mi è sempre stato antipatico, di Romina invece mi è rimasto un ricordo dolcissimo e mi sono sempre chiesto come, una ragazza bella e dolce come lei, potesse stare insieme ad un tamarro come lui.

giovedì 19 febbraio 2009

Ancora sulla rubrica della settimana

Visto che ben due segnalazioni sono andate a vuoto (Nina e Nino) ho pensato di cambiare la regola. L'ultimo "argomentatore" in carica (in questo caso il Negretto) sceglie il suo successore. Quest'ultimo avrà un giorno di tempo per scegliere l'argomento del giorno. Nel caso in cui non lo faccia, il precedente "argomentatore" ne sceglierà un altro e così via. 

Speriamo che questa volta funzioni!

L’acciuga nella minestra

Quando Favazzina era un paese rigoglioso e tutti lavoravano la terra, quello che più veniva consumato nelle tavole delle famiglie contadine erano i legumi.
Ma quelli che la facevano veramente da padrone erano i fagioli che i contadini coltivavano in abbondanza. Mio padre mi raccontava che sua madre quando lui era giovane cucinò pasta e fagioli per quaranta sere di fila.
Per renderla più saporita talvolta nella pasta e fagioli veniva messo del lardo o un pezzo di cotenna, che rendeva felice il fortunato che se lo trovava nel piatto.
Accanto a casa mia abitavano una volta dei parenti di mia nonna e lei mi raccontava che una sera mentre mangiavano la solita pasta e fagioli, il marito finito di pulire il piatto, si rivolse alla moglie e manifestando una certa soddisfazione le disse «A pinzasti propriu bonu mi nci menti a sarda nta fasciola»
Lei lo guardò alquanto stupita e gli rispose che non aveva messo nessuna sarda nei fagioli.
«Comu na mintisti, ma se ma mangiai»
Alla donna venne subito un sospetto e si girò verso la cucina a legna posta nell’angolo della casa e guardando verso il soffitto di legno, vide le solite saramite (gechi) che tutte le sere uscivano a caccia d’insetti e gironzolavano sopra la cucina.
Capì allora cosa era successo e indicando al marito le saramite gli disse «A viristi qual’è a sarda chi ti mangiasti!»

mercoledì 18 febbraio 2009

Salto nel passato. Dissertazioni su 'a gazzusa

Erano gli anni del giubbocs du Magu, delle putie favazzinote, del Bar ru Cicaluni.

Nei giorni di grande calura estiva, quando ti ssiccavanu i cannarini cosa potevi fare? Recarti presso uno dei suddetti esercizi commerciali e chiedere "'na gazzusa", ma non era così semplice. Alla domanda ti veniva risposto con un altro quesito: "al limone o al caffè?".
Ebbene sì, l'umanità favazzinota si divideva in due scuole di pensiero, quasi due partiti politici: limonisti e caffeisti. La scelta era netta, inquivocabile. Se eri di un partito non potevi passare all'altro!
A dire che la gassosa al limone per me non era una novità, ma quella al caffè? Mai sentita (penso che nel centro - nord Italia sia praticamente sconosciuta). Una volta assaggiata divenni subito un grande fan della bevanda marrone scuro.
La gassosa veniva servita nella sua bottiglietta rigorosamente in vetro con il tappo appena allentato e veniva accompagnata dall'immancabile frase "poi hai a purtari a buttigghia". Sì, c'era il vuoto a rendere, ma senza cauzione. Sulla fiducia e sull'onore! Altri tempi.
La gassosa al limone è bene o male sopravvissuta al passare degli anni. In pratica era un'acqua tonica un po' più dolce, ma quella al caffè?
La scorsa estate, con la mia ormai compagna, durante una passeggiata a Gambarie, sono entrato in un bar. Non so come, ma mi è venuta l'idea di chiedere una gassosa.
Quando il gestore mi ha chiesto: "al limone o al caffè?" quasi mi sono venute le lacrime agli occhi. Chiaramente ho seguito le mie scelte dell'infanzia. Sono uscito dal bar con in mano la sacra bevanda al caffè, ho tolto il tappo allentato, ho bevuto un sorso pensando ai vicoli, al mare, al sole e poi....."ma come cazzo faceva a piacermi tanto 'sta roba???" che delusione enorme! l'hanno cambiata o sono le mie papille gustative che mi giocano brutti scherzi?
Un saluto a tutti i fan ra gazzusa al caffè e anche a quelli ra gazzusa al limone, ma voi eravate limonisti o caffeisti?

DOVE E' NINA?

Grecu, siamo a mercoledì e di nina neanche l'ombra, io stesso l'ho avvisata di questa rubrica settimanale e che sarebbe toccato a lei questa settimana scegliere l'argomento, direi di individuare (fallo tu stesso naturalmente) un altro blogger(che stia partecipando all'attività) come propositore settimanale. Inutile aspettare oltre, il blog è fatto per chi ha voglia e tempo di scrivere e leggere, ma la rubrica settimanale non può aspettare troppo altrimenti non decolla. Questi i miei umili pensieri.

Festival di Sanremo

Per ricordarci della tragica morte di Luigi Tenco

Un fascismo senza divisa

Perdonate, ho ricevuto questo articolo e non ho potuto
fare a meno di inviarverlo. Per me e' inquietante.
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Dopo la morte di Eluana Englaro e i provvedimenti del governo in materia di sicurezza

Testimonianza di Massimo Ottolenghi (Torino 1915), decano dell’Ordine degli avvocati di Torino

Situazione triste e allarmante quella in cui versa il nostro Paese: sono angoscianti le analogie con le vicende che io, testimone ultranovantenne, ho già vissuto sotto il fascismo, e che oggi non posso e non devo tacere.

La grave crisi finanziaria si presenta di nuovo come occasione per scardinare lo Stato di diritto. E offre la tentazione di svincolare il potere da qualsiasi ostacolo e controllo conclamando, nel caso di Eluana Englaro, il trionfo di un’invocata legge naturale o divina in spregio alle sentenze definitive dei supremi organi giudiziari.

La crisi si presta a individuare come nemici la Costituzione e i “diversi”, che appaiono come la fonte di tutti i guai, mentre il Parlamento è costituito da rappresentanti designati dalle segreterie di partiti anziché essere eletti dal popolo, così come era costituita la Camera delle Corporazioni durante il Fascismo.

Inoltre, con i nuovi provvedimenti avviati dal governo, la giustizia viene spogliata dal potere di avviare le indagini su notizie di reato; potere che viene invece conferito alla polizia giudiziaria, soggetta direttamente all’esecutivo. Nel contempo la polizia, depotenziata di mezzi, viene umiliata dal controllo di costituende ronde di volontari designati dai partiti: una nuova milizia costituita da squadre di tifosi e di facinorosi così come è accaduto sotto il Fascismo. E per controllare l’opinione pubblica e trasformare l’informazione in propaganda, non sarà più permesso divulgare prima del processo i contenuti delle intercettazioni sebbene messe a disposizione delle parti.

Si tende infine a trasformare i cittadini in delatori, a cominciare dai medici, che ora sono indotti a denunciare gli immigrati irregolari, in violazione dei loro principi deontologici. Mancano solo i capifabbricato e la taglia sui diversi. Non occorre neppure la marcia su Roma né il Concordato: bastano un nuovo uomo della Provvidenza e un Papa re.

martedì 17 febbraio 2009

U Russu ed Eluana Englaro

Anche se non vivo in Italia seguo le notizie per quanto mi e' possible e
il grande chiasso su questa storia non me lo sono scampato.
Ho letto con interesse i contributi nel blog e condivido in pieno
gli argomenti e i pensieri che sono stati espressi e posso solo associarmi
con voi e fare dei brevi commenti, anche se da lontano, senza illuminare
molto di piu' su questa storia.

Il mondo e' un paese ...
La storia di Eluana ormai si ripete in molte parti
del mondo dove le capacita' dei dottori e degli ospedali puo' aiutare un
paziente a "sopravivvere" in uno stato vegetativo ogni giorno della loro vita,
se di vita si puo' parlare.
Come ha scritto Antonio, la storia di Terri Schiavo, una storia molto simile
e piu' complicata, e' successa un paio di anni fa e ha movimentato per lungo
tempo tutta la politica, i media, etc. non solo nello stato della Florida ma
di tutti gli U.S..
Perfino il presidente non si dette pace e interruppe le vacanze
per ritornare all Casa Bianca con grande cerimonie per firmare
una nuova legge ... 'ma chi sceneggiati !!
Con questo voglio solo sottolineare che questi problemi e polemiche,
come del resto lo e' anche l'aborto, sono usati senza economia
di retorica da tutti i personaggi politici
e religiosi .... non sentitevi cosi' soli e abusati in Italia :-)

Morire con pace e dignita' ...
Negli Stati Uniti ci sono degli stati che negli anni recenti hanno cercato di
passare leggi che possano aiutare a risolvere questi dilemmi e dare piu'
concretezza alla scelta del paziente e adequati controlli per salvaguardare
il mondo sanitario.
Nello stato dell'Oregon per esempio c'e' una legge che e' stata votata e
messa in vigore piu' di dieci anni fa e l'anno scorso nel Montana una legge
simile e stata approvata con un referendum.
In altri stati altre leggi sono state proposte al voto ma sono sempre state
sconfitte.
Ci vorra' un po' di tempo ma credo che si fara' del progresso su questo
problema e la gente potra' fare una scelta che in fondo, a parere mio,
ci renderebbe piu' umani.

Anche se la serieta' del primo argomento mi ha sorpreso, apprezzo molto
questa iniziativa del blog e spero che continua a coinvolgere un po tutti e
certamente lo ha fatto per me!

lunedì 16 febbraio 2009

Abbandasciumara, 'a Taliana


Questa di Marinella è la storia vera...mi firriava nta testa ma non era la sensazione giusta finché, scaturito da chissà quale cortocircuito mentale, mi venne alle labbra...pallido giglio d'onda...ecco era quello, date le circostanze.
Le circostanze nelle sembianze di un disturbo mentale ti fanno diventare la matta del paese e ne soffri le conseguenze, della malattia e della maldicenza. Tu lavori forsennatamente e di te dicono, grazie per la considerazione, che sei meglio di un maschio a sopportare la fatica. Ma quando sei presa dagli spettri nulla si può, vedi cose che non ci sono e le tue parole dissennate diventano morsi e strappi alle onorevoli rispettabilità. A volte trascendi e occorre chiamare il vigile che viene da Scilla, tua cugina Giuanna 'a Tisa che ti vuole bene e soffre per le tue scalmane esibisce il suo autorevole italiano da seconda elementare: -Signor Piria, rimproviratila, rimproviratila fortissima.- Non ci sono problemi tuttavia: si sa che ti passa e si sa che ti torna e ritornerà pure il vigile Piria da Scilla.
Quel giorno non ti trovavano, aundi iau 'a Taliana? Era il tuo soprannome, sono sicuro che ti piaceva. Qualcuno ti ha vista, 'a Taliana esti abbandasciumara. Stesa nel fiume. Non si muove. Ha una ferita sulla fronte. E' esangue, l'acqua scorre dal fiume al mare, date le circostanze...Ofelia, pallido giglio d'onda.

A putia i Ma***a

I più giovani di voi non lo ricorderanno, ma ci fu un tempo dove a Favazzina c'era un'unica attività commerciale. Si trovava sulla strada d'ingresso del Paese, subito dopo l'incrocio con la strada per la stazione. Era la mitica Putia i Ma***a.

Secondo me questo negozio era dotato di poteri magici. E' incredibile pensare che in poco più di trenta metri quadri trovavano posto:
generi alimentari
giornali
giocattoli
farmaci
prodotti per la casa
maschere/pinne/secchielli/salvagenti/gommoni e materiale vario per la spiaggia
tessuti / filati e piccola merceria
gelati
e tanto altro.
E come dimenticare poi il fantastico gelato con la pipa? Lo vedete nella foto. Quanto vorrei mangiarlo di nuovo, ma probabilmente sarà fuori produzione da anni. Effettivamente non è che fosse particolarmente buono anzi, era completamente insapore, ma una volta finito il gelato ti rimaneva la pipa da riempire d'acqua. UNO SPETTACOLO!
Concludo questo post lanciando una piccola sfida: mi è tornato alla mente uno degli articoli per bambini venduto dalla suddetta putia che in un'estate di fine anni '70 ebbe un enorme successo (oggi sembra assurdo pensare con cosa ci divertivamo) qualcuno di voi ricorda cos'era l'UFO SOLAR?

U RANGIU I MARI

Dove la sabbia s'ingiallisce perchè bagnata dalla risacca, in mezzo ai rari ciotoli arrotondati dal mare, viveva un granchio eremita, nu rangiu i mari con una chela sola, l'altra gliela aveva staccata nu saracu denti gialli dispettoso.
Quando il mare s'incazzava, lui si rifugiava 'nta na 'ngagnia i nu massu e non lo smuovevano neanche le potenti onde ru punenti e libici, tornata la calma, faceva delle lunghe passeggiate sulla sabbia bagnata ed osservava il mondo.
Non aveva molti amici, solo una bella trigghia ianca e russa ancora signorina e n'occhiatedda con la coda mangiata dopo un'attacco di cavagnole.
Venivano a trovarlo con l'alta marea
Si chiamava Fortunato, ma per tutti era cumpari Natu
:- Cumpari Natu, cumpari Natu, na belle notizia, mi fici zita - dissi la trigghia
appena u vitti
:- Ma brava, sugnu cuntentu, cu è stu furtunatu ?
:- Si chiama Roccu, esti i da banda a sciumara, no cunusciti -
L'occhiatedda scoppiò in lacrime
:- A mia non mi voli nuddu, cu sta cura mangiata -
:- Ma no, viri chi ti crisci, e poi l'amore non guarda i dettagli, l'amore è cieco -
la consolava cumpari Natu
:- Sarà, ma a mia non mi varda nuddu, sulu i cavagnoli quandu annu fami - replicò l'occhiatedda
Cumpari Natu viveva felice nel suo piccolo mondo, il tempo era scandito dalle maree e dagli umori del vento che determinavano lo stato del mare, dava consigli a chiunque andasse a trovarlo, tranne al polipo, pirchì u pruppu avi i brazza longhi ed il granchio fa parte della sua dieta quotidiana.
Poi l'imprevisto, una mattina d'estate, mentre faceva una passeggiata, un cucciolo d'uomo, nu figghioleddu, lo catturò, lo mise in secchiello e lo portò a casa.
Finì in un acquario in mezzo a tanti pesci che non conosceva, erano tutti superbiusi, non lo degnavano di uno sguardo, anzi lo sfottevano per la sua menomazione e lui si vendicava pizzicandoli con la sua unica chela.
Attaccato al vetro si guardava la televisione del soggiorno, sempre accesa, scambiandola per un mondo a parte, un sogno continuo ad occhi aperti.
Quando c'erano le tribune politiche si addormentava, non riusciva a capire perchè l'uomo avesse tanti problemi, dominava il mondo, eppure litigavano sempre.
Non perdeva un programma sportivo, gli piaceva il calcio e tifava per la Juventus, quando la sua squadra segnava un goal, si faceva il giro dell'acquario su una zampetta sola.
Un bel giorno il bambino lo prese e lo riportò sulla spiaggia, esattamente dove l'aveva catturato, doveva lasciare il posto nell'acquario ad un altro granchio più grande e più bello e senza menomazioni.
Rivide la trigghia
:- Ciao bella, ti maritasti ?
:- Si, cumpari Natu, aiu quarantacin..quarantaquattro figghi, sti cazzi di cavagnoli -
:- E a cummari occhiatedda ?
:- Ah, si fici bella, 'nci crisciu na cura chi pari nu vintagghiu, si maritau cu n'occhiata d'alto mare, però non è cuntenta, so maritu non voli figghi pirchì si voli spassari a vita, ma aundi fustu tuttu stu tempu ?
:- Ero ospiti i l'omini, na razza strana, si sciarriunu sempri, si 'mmazzunu pi nenti, 'nci piaci a tutti mi cumandunu, rinnu che è megghiu chi futtiri, e poi sunnu grandi e grossi e si fannu cumandari i nu nanu, comu se nui putissimu cumandari nu piscicani -
:- Mamma mia chi cosi strani e vi schiantastuvu ?
:- Anprima si, poi vitti chi s'indi futtivunu i mia e ieu m'indi futti r'iddi, mi vardava sempri na scatula magica chi parrava e si virivunu tanti cosi, ma m'iva 'ncrisciutu, riciva sempri i stessi cosi -
:- Vabbò, vi salutu cumpari, forza figghioli iamanindi pa casa e stativi attenti ai nani, chi comu riciva u poeta "sono carogne di sicuro, perchè hanno il cuore troppo vicino al buco del culo " -
Il sole tramontava creando una striscia rossa sul mare, come una ferita.

Il record del mondo contestato

Tutti gli anni all’Arena di Milano si svolge, in primavera, un meeting d’atletica leggera “Pasqua dell’Atletica”.
Sono sempre stato un grande appassionato di atletica e quando ero giovane e abitavo a Milano, talvolta, andavo ad assistere alla manifestazione.
Anche quell’anno, era il 1980, l’11 maggio per la precisione, avevano preso parte alla manifestazione parecchi atleti famosi, ma la star della serata era Marcello Fiasconaro ex primatista degli 800 metri. La gente era corsa numerosa a vederlo e pure io e mio fratello andammo ad assistere alla gara che si preannunciava spettacolare, poiché il suo avversario era Boit, un atleta africano molto forte ed altrettanto famoso.
Le gare si svolgevano regolarmente e la manifestazione stava volgendo al termine. Ultima gara della serata era il salto con l’asta e gli atleti a turno si esibivano nel tentativo di superare l’asticella posta a misure sempre superiori.
Ad uno, ad uno tutti gli atleti vennero eliminati, tranne il polacco Wladislaw Kozakiewicz .
Avendo ormai vinto la gara chiese, avendone la facoltà, che l’asticella fosse messa a 5,72 metri un centimetro sopra il record del mondo d’allora, nel tentativo di superarlo.
Dopo i primi due tentativi falliti al terzo, a sorpresa, superò l’asticella e stabilì il nuovo record del mondo. Vi fu un subbuglio generale e dato che era l’ultima gara, buona parte degli spettatori scesero in pista per festeggiarlo e chiedergli l’autografo.
Pure io e mio fratello, insieme agli altri ragazzi, scendemmo sulla pista nel tentativo di avvicinare il saltatore polacco, ma questi oltre che da un mucchio di ragazzi, era circondato da fotografi e giornalisti e dagli operatori della Rai che lo intervistavano e scattavano fotografie.
Poco distante, vicino alla pedana del salto con l’asta, i giudici di gara felici per il record al quale avevano assistito da protagonisti, commentavano la gara sorridenti.
Mio fratello, prima che io mi rendessi conto, si avvicinò ai giudici e come se fosse la cosa più naturale del mondo gli chiese «Come fate ad essere sicuri che la misura fosse giusta? Per me era più bassa»
I giudici lo guardarono interdetti, poi appena si ripresero gli dissero «Guarda che abbiamo gli strumenti per verificare, e poi come ti permetti di mettere in dubbio il nostro operato?»
E lui insistendo «Sarà ma io non sono lo stesso convinto. Voi dite che la misura è quella, in realtà può essere un’altra. Chi è che lo può controllare?».
Vidi che stavano perdendo la pazienza e iniziavano a farsi minacciosi, ma prima che potessero passare ai fatti, presi mio fratello per un braccio e lo tirai via, e chiedendogli che cazzo gli era venuto in mente di dire ci allontanammo velocemente.
Mi rispose che voleva fare lo spiritoso, prenderli un po’ in giro, anche se era convinto che i giudici, se volevano, potevano davvero imbrogliare sulla misura.
Non so come gli era venuta in mente una cosa simile, ma ad ogni modo quello che è certo, a parte il record del mondo che venne ovviamente omologato, è che se non lo portavo via i giudici, a mio fratello, sicuramente gli avrebbero fatto stabilire più di un record mondiale.

sabato 14 febbraio 2009

San Valentino




Prima che venga mezzanotte

Billie Holiday - Love me or leave me

ACQUE

Seguire un fiume lungo gli argini,
poi, farsi trascinar dalla corrente,
capire perché spesso si sta ai margini
di una vita che non ti ha dato niente.
I vortici mi avvolgono, spaventano,
spirali che trascinano lontano,
e l'animo turbato è impotente,
non sa reagire, ancora si tormenta.
L'acqua calma che scorre dolcemente,
da un senso di gran serenità,
placa l'angoscia che mi prende,
appanna la mia infelicità.
Svanisce la tristezza,
non vi è malinconia,
ristagnano i pensieri,
si crea fantasia.
Lo spirito, sopito, si ridesta,
e rinnovato ormai si manifesta.
Rinasce l'interesse per la vita,
ed io mi tuffo in mare liberato,
con te io giocherò la mia partita,
sono finalmente innamorato.

venerdì 13 febbraio 2009

Eluana e la libertà.

Non sono cattolica, forse nemmeno credente. Non seguo la politica, perchè ne capisco poco. Non guardo molta Tv e quando lo faccio mi distraggo facilmente. Non ho mai studiato medicina, nè materie affini.

Esprimere un'opinione su Eluana non è facile, ma vista la premessa fatta è ovvio che ciò che scriverò non avrà implicazioni religiose, nè politiche, nè mediatiche, nè mediche e potrà sembrare scontato e banale.

Penso che sia umano immedesimarsi nelle storie degli altri, anche quando non sono favole a lieto fine. Ed è questo che mi è capitato in queste settimane in cui non si parlava d'altro che di Eluana, in coma da 17 anni, vittima di un incidente stradale e di un paese con leggi anacronistiche.

Nessuno vorrebbe passare 17 anni della propria vita in un letto, immobile e impotente, avvolto nel silenzio. Nessuno vorrebbe vedere violato il proprio corpo, o ciò che ne resta, da accanimenti terapeutici nell'attesa che la parola "irreversibile" si trasfromi nella parola "miracolo". Eluana forse non aveva coscienza di ciò che le accadeva intorno, del mondo che non si era fermato la notte del suo incidente, della fetta di vita che un destino già scritto le aveva portato via per sempre. Ma le persone che la amavano lo sapevano. Amare qualcuno vuol dire tenerlo sempre vicino, tenerlo accanto a se, tenerlo stretto, ma quando per tenerlo in vita l'amore di chi la vita te l'ha data non basta più e un gesto talmente naturale come il semplice respirare dipende dall'artificialità di una macchina, le cose cambiano. Il concetto di amore diviene più ampio e meno egoistico.

Lasciare che Eluana morisse non è stato liberarsi di lei, ma renderla nuovamente libera da una vita che non era più tale da 17 anni. Un tempo infinito. Per chiunque.

LUNA PIENA E ELUANA

il senso della morta cristiana.
la morte cristiana ha un significato positivo.
purtroppo x Eluana nn è stato possibile!

giovedì 12 febbraio 2009

Aveva un cuore che ti amava tanto

Come spesso accade da noi in Italia, un personaggio che da vivo è sempre stato contestato, da morto si cerca poi di riabilitarlo, quello che in questi giorni sta accadendo con Mino Reitano. L’avrete visto e sentito nelle varie trasmissioni televisive che gli hanno dedicato e in parecchie riviste specializzate.
Premetto che non mi è mai piaciuto il genere musicale di Reitano e non sono mai stato un suo fan, anche se sono sempre stato orgoglioso che un calabrese fosse riuscito a sfondare nella canzone e a diventare un personaggio famoso.
Visto che ora tutti dicono che oltre ad essere un bravo cantante era anche una brava persona, voglio raccontarvi un episodio che mi è capitato parecchi anni fa.
Nell’estate del ’81 io e mia moglie eravamo andati in campeggio a Marina di Camerota, un posto davvero stupendo. Il santo patrono di quella cittadina è san Domenico, il 4 agosto, e in occasione della festa del paese, avevano invitato Reitano a tenere un concerto in piazza.
Dopo cena io e mia moglie andavamo sempre in paese a passeggiare, quella sera però vi era una moltitudine di gente che aspettava Reitano e visto che non si riusciva nemmeno a camminare, dopo un pò ci sedemmo su un muretto, poco lontano dal palco, ad aspettare che arrivasse e iniziasse a cantare.
Il concerto era previsto per le 21 ma alle 21,30 Reitano non era ancora arrivato. La gente si agitava e si udiva un brusio farsi sempre più forte. Quando la tensione era ormai alle stelle si udirono delle voci correre per la piazza «Reitano! E’ arrivato Reitano». Tutti ci voltammo a guardare e vedemmo in lontananza una Mercedes bianca avanzare lentamente in mezzo a quel mare di folla. L’autista procedeva con cautela e molte volte era costretto a fermarsi per evitare di mettere sotto qualcuno. Quando la macchina arrivò vicino a noi, la prima cosa che notai fu la targa MI * N0….. e mi venne da sorridere all’idea che Reitano aveva avuto.
Ancora una volta la macchina fu costretta a fermarsi ed io e mia moglie ci venimmo a trovare a meno di due metri da Reitano, seduto sul sedile posteriore. Mi rivolsi a lui e cercando di fare lo spiritoso gli dissi «Mino è più di un’ora che ti stiamo aspettando! Dov’eri finito? Ormai pensavamo non arrivassi più!».
Poteva ignorarmi, far finta di non aver sentito, mandarmi a quel paese, invece tirò giù il finestrino e quasi scusandosi mi rispose «Mi dispiace, ma sulla strada davanti a noi c’era un TIR e abbiamo perso più di un’ora. Adesso cominciamo subito!»
Rimasi sorpreso per la sua cordialità e cercando di essere almeno un pò gentile gli dissi «Mi raccomando Mino, facci divertire!»
«Ci puoi contare!» mi rispose con un sorriso, mentre la macchina lentamente si allontanava verso il palco.

mercoledì 11 febbraio 2009

Eluana


A completamento del mio post precedente...

Eluana




the end of our elaborate plans, the end of everything that stands

Mariuzza e Peppino Englaro

Amici, poco pochissimo posso aggiungere a tutto ciò che è stato detto.
Post sentiti e profondi sulla triste storia di Eluana e della sua famiglia, li ho apprezzati tutti e li condivido tutti appieno.
Sono veramente addolorata e stordita da tutto il male dilagante di questi giorni senza ritegno.

Ipocriti e prepotenti fino al midollo, accecati dal potere, urlano a squarciagola da dappertutto: dalle aule del Parlamento, dai talkshow, dalle lore reggie risse senza fine.
Con quale coraggio urlano contro un padre che ha vissuto 17 anni di morte, come fanno a scagliarsi contro un uomo già prostrato?

E’a lui che penso oggi! Mi dispiace moltissimo per Peppino, vorrei essere lì con lui per esprimergli la mia profonda solidarietà e la mia stima.
Spero che gli arrivi la voce di tutta la gente che come noi dice: non ti preoccupare Peppino va tutto bene. Hai fatto quello che tu hai ritenuto giusto per Eluana e per la tua famiglia.
Peppino non sei solo!

Eluana

Mi è profondamente difficile esprimere un’opinione, perché sono cattolico, perché credo e perché sono intimamente convinto che la vita ce l’ha donata Lui e solo Lui può decidere quando riprendersela. Secondo me qui la volontà di Dio si è compiuta nel 1992.
Tutti sanno chi era Eluana, tutti ne abbiamo sentito parlare. Si sono creati gruppi, fazioni, movimenti e tutti a dire la loro, tutti a dire quello che è giusto e quello che non è giusto. Una chiesa dogmatica più che mai che con questo Papato fa passi da gigante all’indietro, politici che non perdono occasione per parlare e straparlare, ministri che inviano atti di indirizzo ricattatori, medici che si fanno intervistare per vivere un momento di gloria.Per me Eluana era già morta quel giorno del 1992 quando l’incidente stradale in cui è stata coinvolta l’ha privata della vita. Quello che è venuto dopo riguarda la medicina, la farmacologia, l’accanimento (sì, uso questa parola) terapeutico nel mantenere pulsante un cuore dove una mente ormai non è più presente.Sono cattolico ma credo in uno Stato laico. La Chiesa ha diritto di opinione ed è giusto, per me, che tenti di indirizzare la legislazione e la vita pubblica verso i canoni cristiani.Ma la sua è solo un’opinione, lo Stato deve decidere nella sua autonomia. Uno Stato però deve anche saper rispettare la separazione dei poteri ed un ministro non può impedire l’applicazione di una sentenza.Concludo ricordando Giovanni Paolo II. Nei momenti finali della sua straordinaria esistenza disse “Lasciatemi andare al Signore” e così è stato fatto. Nessun accanimento ci fu e fu rispettata la Sua volontà.Eluana, è provato, era contraria al mantenimento artificiale di una vita in stato vegetativo.

« Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. [...] Purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. »

U Longu ed Eluana Englaro

Sono umanamente vicino al dramma dei genitori di Eluana, gente coraggiosa e forte che saputo fare valere le loro ragioni anche contro i poteri forti dello Stato e della Chiesa.
Sono profondamente addolorato dalla tragedia che ha colpito una giovane ragazza che ha dovuto sopportare un' agonia lunga 17 anni.
Lo scontro istituzionale in atto è la punta di un iceberg, la dimostrazione della deriva plebiscitaria che il nostro paese sta subendo, prendendo come spunto la storia di Eluana.
Nessuno vieta alla Chiesa di portare avanti i suoi principi etici, morali, religiosi, l'importante è che non voglia imporli a chi la pensa diversamente.
Lo Stato dovrebbe difenderci da questo, uno stato veramente liberale che ci tuteli da ogni fanatismo, dai possessori della verità.
Ma dov'è lo Stato, io non lo vedo, vedo solo quattro energumeni che si scannano per il potere

Eluana

Ciao a tutti e scusate la lunga assenza.
Io non so chi Eluana era, ma da quello che ho letto dai vostri posts penso che ella fosse una donna che, in coma da 17 anni, e' stata lasciata senza cibo, e suppongo senza acqua, e susseguentemente e' deceduta.
Io non so cosa ha reso questo caso piu' rilevante di altri che succedono giornalmente in ogni ospedale di ogni paese. Comunque sia, vorrei condividere le mie convizioni al riguardo.
Come forse sapete, la mia specialita' medica e' terapia intensiva. Il fulcro della nostra preparazione e' la scienza di preservare le funzioni vitali residue di un individuo che e' severamente infermo e di tentare di correggere quelle funzioni che sono di gia' compromesse.
Come dico scherzosamente, io potrei tenere in vita una melanzana se avesse un cuore e dei polmoni.
Come cristiano praticante, pero', io credo fermamente che la vita umana non e' caratterizzata solamente dal battito cardiaco o dalla respirazione, bensi' dall'insieme di pensieri ed emozioni generati dall'interazione nostra con il mondo circondante. In altre parole dall'armonica interazione dello spirito e del corpo.
Io sono uno strenuo difensore della autonomia di pensiero e di "selfdetermination" (non so la parola italiana) dell'individuo fintantoche' la esistenza di detto individuo non e' sostenuta da mezzi artificiali e a spese del bene collettivo.
Vi faccio un esempio. Prendiamo una persona che ha un cancro metastatico con una prognosi di sopravvivenza di pochi mesi. Detto individuo dovrebbe avere la scelta tra morire presto senza chemioterapia o vivere qualche mese di piu' con un trattamento anche costoso. Tuttavia, se durante questo trattamento il paziente sviluppa complicazioni tali da meritare l'intervento di mezzi artificiali per il sostegno della vita, cio' non si dovrebbe istituire, specialmente a spese della societa'. In tale casi la futilita' del trattamento prevaricherebbe il principio di "selfdetermination" e l'individuo dovrebbe ricevere solamente trattamento palliativo e dovrebbe essere lasciato a morire con dignita'.
Per quanto riguarda il caso di Eluana, e di altri simili a lei (qui in America c'e' stato il caso simile di Terry Schiavo), il problema e' creato dall'istituzione dell'alimentazione e idratazione artificiale. Questi rimedi, utili e indispensabili per il sostegno della vita a tempo limitato, non dovrebbero essere istituiti come "diritti" per il sostegno della vita a lungo termine. La societa' che e chiamata ad accollarsi la spesa del mantenimento degli individui comatosi dovrebbe essere l'unica a decidere quanto alto questo costo dovrebbe essere: non la Chiesa ne' lo Stato. La Chiesa dovrebbe essere scusata perche' la sua posizione e' dettata da cio' che essa crede e rappresenta. I politicanti dovrebbero essere castigati per la loro opportunistica manipolazione dei sentimenti della gente che rappresentano.
Cio' che io dico alle famiglie in simili circostanze e' che dovrebbero prendere vantaggio di catastrofi naturali (come una insufficienza respiratoria o cardiaca) e permettere una morte naturale. La triste verita' e' che molti, inconsci del costo sociale del sostegno artificiale, e misguidati da interpretazioni cristiane erronee sulla preservazione della vita, non mi ascoltano ed inoltrano i loro cari in istituti dove eventualmente soccomberanno a infezioni dei polmoni, del tratto urinario o delle piaghe da decubito.
Il dramma dei comatosi con macchine e pompe alimentari, e' che sono convenientemente dimenticati dagli coloro che li vogliono vivi, e ricordati da Dio che li vorrebbe ma non li puo' chiamare.

Eluana

martedì 10 febbraio 2009

Giorgione ed Eluana Englaro

Carissimi,
scrivo questo post senza prima aver letto i vostri. Non voglio neanche inconsciamente rischiare di essere condizionato perchè l'argomento è quanto mai complesso ed articolato.
Personalmente preferirei dividere la questione in tre aspetti elencati in rigoroso ordine decrescente di importanza:

  • la vicenda umana, del tutto degna della pietas di tutti noi nei confronti della ragazza e dei suoi cari, nonchè di tutti coloro i quali si trovano loro malgrado in condizioni simili, coinvolti nel dramma esattamente quanto lei;
  • il contrasto ideologico messo in evidenza da questo così come da precedenti episodi, che trovo giusto in una comunità Democratica e laica come dovrebbe essere quella Italiana. Ahimè dico dovrebbe perchè purtroppo non si capisce come possano in tanti, in troppi e troppo in alto semplificare faccende così complesse e trarre facili conclusioni che fanno sfociare nel VERGOGNOSO terzo aspetto che menzionerò solo per dovere di cronaca;
  • il carosello a cui alcuni mezzi d'informazione, ed in maniera ancora più grave i Senatori ed ancora più in generale Parlamentari e Governanti tutti hanno MESCHINAMENTE dato vita, senza dimenticare l'ennesima ingerenza fuori luogo e non richiesta dello Stato Vaticano.
Detto questo, a mio modo di vedere, occorre rivolgere una riflessione profonda e ricorrente sull'importanza della difesa della libertà personale, ulteriore passo fondamentale verso il progresso della civiltà.

Galanti e Eluana Englaro

Il cielo si è arricchito di una nuova Stella.Brilla e nessuno la potrà più spegnere

Arcade fire e Eluana Englaro

Ora

Ora che sono qui
vorrei che voi sapeste
quanta inutilità nelle vostre parole
vuote e vuote e vuote, vane
come potete pensare
se potessi dirvelo
che non direi basta
cosa credete che faccia
quest'acqua inerte
arida è la terra
del cibo che mi nutre
sapore di niente

Ora che sono altrove
vorrei che voi sapeste
del male peggiore ho subìto
quello delle migliori intenzioni
come avete potuto pensare
di banchettare sopra il mio nome
e farne scempio
avrei voluto che finisse
quando era finita
dare alla morte
la stessa dignità
della vita

Georgie e Eluana Englaro

La ballata dell'angelo ferito di G.Ceronetti per “il coraggio di Eluana Englaro”


Urlate urlate urlate urlate.
Non voglio lacrime. Urlate.
Idolo e vittima di opachi riti
Nutrita a forza in corpo che giace
Io Eluana grido per non darvi pace

Diciassette di coma che m’impietra
Gli anni di stupro mio che non ha fine.
Una marea di sangue repentina
Angelica mi venne e fu menzogna
Resto attaccata alla loro vergogna

Ero troppo felice? Mi ha ghermita
Triste fato una notte e non finita.
Gloria a te Medicina che mi hai rinata
Da naso a stomaco una sonda ficcata
Priva di morte e orfana di vita

Ho bussato alla porta del Gran Prete
Benedetto: Santità fammi morire!
Il papa è immerso in teologica fumata
Mi ha detto da una finestra un Cardinale
Bevi il tuo calice finché sia secco
Ti saluta Sua Santità con tanto affetto

Ho bussato alla porta del Dalai Lama.
Tu il Riverito dai gioghi tibetani
Tu che il male conosci e l’oppressura
Accendimi Nirvana e i tubi oscura
Ma gli occhi abbassa muto il Dalai Lama

Ho bussato alla porta del Tribunale
E il Giudice mi ha detto sei prosciolta
La legge oggi ti libera ma tu domani
Andrai tra di altri giudici le mani.
Iniquità che predichi io gemo senza gola
Bandiera persa qui nel gelo sola

Ho bussato alla porta del Signore
Se tu ci sei e vedi non mi abbandonare
Chiamami in cielo o dove mai ti pare
Soffia questa candela d’innocente
Ma il Signore non dice e non fa niente

Ho bussato alla porta del padre mio
Lui sì risponde! Figlia ti so capire
Dolcissimo io vorrei darti morire
Ma c’è una bieca Italia di congiura
Che mi sentenzia che non è natura

E il mio papà piangeva da fontana
Me tra ganasce di sorte puttana.
Cittadini, di tanta inferta offesa
Venga alla vostra bocca il sale amaro.
Pensate a me Eluana Englaro

u Grecu e Eluana Englaro

Premessa: sono un po' perplesso sull'argomento scelto, non perchè ci sia qualcosa di sbagliato nel parlare di questo, ma perchè forse il nostro blog è adatto a temi più leggeri e/o concernenti in qualche modo il Paese (in senso vasto), comunque rispetto la scelta del Negretto e stò al gioco.


Sono profondamente convinto che chiunque sano di mente debba avere il diritto di scegliere autonomamente fin quando la sua vita sia degna di essere vissuta. E' un principio di libertà che non lede i diritti di nessuno.

Nel caso della povera Eluana la situazione era la seguente:

  1. Quasi sicuramente non si sarebbe mai risvegliata
  2. Quasi sicuramente non era cosciente e quindi in una condizione di non vita
  3. Qualora fosse stata cosciente si sarebbe trovata in una situazione di enorme sofferenza (provate a pensare di passare 17 anni senza la possibilità di rapportarsi con l'esterno)
  4. Nella rara eventualità di un risveglio, oltre ad aver perso 17 anni di vita, quasi sicuramente avrebbe riportato danni gravissimi con una conseguente qualità della vita che è facile immaginare.
Della situazione che descrivo non ci sono certezze, ma sono solo supposizioni più o meno attendibili.

In tal caso a chi spetta decidere se sia giusto vivere una vita così? Sicuramente a Lei, ma visto che non può? Secondo me la decisione spetta alle persone che le sono più vicine. La Sua famiglia. E tale scelta, nella sua drammatica complessità, andrebbe rispettata.

In tutta questa storia non riesco a comprendere la presa di posizione della Chiesa cattolica che, con un'ostinazione che le è propria da secoli (senza andare troppo lontano basta pensare al caso Welby) continua ad imporre il proprio punto di vista in una Stato che è/dovrebbe essere laico.

Il negretto e Eluana Englaro

La vicenda di Eluana l'ho scelta come argomento perchè è l'argomento di attualità più vivo di queste ultime settimane e mi piacerebbe sentire l'opinione degli amici blogger al riguardo.
Io sono rimasto scioccato e nauseato per la campagna mediatica che c'è stata, campagna di natura prettamente politica e ecclesiastica. Vedere striscioni, sentire cori, o accuse televisive al padre della ragazza, è stata la cosa meno degna di tutta questa vicenda. Sentire parlare di assassinio, crudeltà, volontà divina alcune persone che hanno conosciuto e si sono interessati(a modo loro) di Eluana solo quando è stato l'ARGOMENTO delle NEWS nazionali è vergognoso. Tutti questi politici che si sono elevati a PALADINI DELLA VITA di ELUANA che cazzo hanno fatto in questi 17 anni?hanno mai chiesto al padre(non solo di eluana ma a tutti quelli che si trovano nella stessa situazione) "hai bisogno di qualcosa?" "vuoi un aiuto?un sostegno?", niente di tutto questo e ora li sentiamo in tv parlare di stati vegetativi, coma, risvegli, sensazioni, terapia del dolore, accanimenti, alimentazione forzata, etc etc ma mi chiedo quanti di loro siano andati al capezzale di Eluana, a vedere, a sentire, a provare certe sensazioni;come cazzo fa il presidente del consiglio (invitato dal padre ad andare a vedere la condizione reale di eluana) a rispondere che "andrò solo se ripristineranno l'alimentazione forzata", ma che uomo di merda è uno che risponde così?Neanche di fronte a certi drammi, a certi appelli si riesce a svestire gli abiti della politica, è questa la cosa più indegna di tutta questa vicenda.Per non parlare poi di tutti quegli pseudo cattolici che se si parla del caso di Eluana si ricordano di DIo, della fede, della volontà divina, di quello che dice il PApa ma che spente le telecamere, spente le tv bestemmiano, non vanno in chiesa, se ne strafottono di quello che dice il Papa e dei dieci comandamenti!Vergogna per coloro che si sono arrogati la presunzione di poter solo giudicare quel povero martire del padre di Eluana. "Solo Dio può decidere quando spegnere una vita" posso essere daccordo, ma mi chiedo che volontà divina c'è nel mantenere in vita un corpo solo grazie all'attaccamento ad una macchina e all'alimentazione forzata attraverso un sondino gastrico: forse Dio aveva già detto la sua, tanti anni fa. Riposa in pace Eluana.

Chinnurastazione e Eluana Englaro

La Chiesa
E’ stata la principale protagonista della dolorosa vicenda di Eluana Englaro, ha montato sù una campagna vergognosa chiassosa con sit-in davanti ad ospedali, richieste (accolte) di cancellazione dello stato di diritto sciorinando tutto l'enorme potere ricattatorio di cui è dotata. Il tutto per un solo scopo: poter continuare ad arrogarsi il potere di decidere cosa è lecito e cosa non lo è. Ma non per la comunità dei fedeli, ma per tutta la società. Il tutto nascondendosi ipocritamente dietro la difesa della vita quando, sino al 1968, nei confini del suo stato ha continuato a mantenere la pena di morte...Ciao

Il Potere..

Il Ministro servo…
Grigio impiegato del potere, già alla corte del Craxi del periodo d'oro, ha trasferito i suoi servigi alla corte della tessera P2 numero 1816. Nell'organigramma della gang occupa la casella "ministro del welfare" che in inglese starebbe per benessere (ovviamente in senso orwelliano, che chiamava ministro della pace il ministro incaricato di fare guerra al resto del mondo). E mentre si batte strenuamente per mantenere in vita una persona in coma irreversibile da 17 anni, la norma che prevede la denuncia degli immigrati che si presentano al pronto soccorso condannerà a morte migliaia di essere umani che rinunceranno a farsi curare per paura di essere denunciati...ciao

lunedì 9 febbraio 2009

Ancora sulla rubrica settimanale

Ciao a tutti i blogger,

scusatemi se apro un ulteriore nuovo post sull'argomento, ma non mi sembrava il caso di continuare sul vecchio ormai poco visibile. Intanto mi scuso per il ritardo con il quale porto avanti l'organizzazione della rubrica settimanale, ma purtroppo a casa nuova non mi hanno ancora allacciato la connessione ad internet (pare che ci siano seri problemi sull'impianto del telefono) e dal lavoro non posso connettermi al blog.

Veniamo al dunque. Ho valutato le vostre proposte sulle modalità di funzionamento della rubrica settimanale e, senza dilungarmi troppo, vi elenco la soluzione che ritengo migliore (fidatevi erano tutte interessanti, ma purtroppo inattuabili. Blogspot non offre molte possibilità di personalizzazione).

  1. L'Argomento viene proposto a turno dai vari blogger. Inizia il Negretto e poi si procede in ordine alfabetico dal Negretto in poi (l'articolo non vale). Chi non partecipa sarà frustato 'nta Rimembranza.
  2. Si inizia e si finisce il martedì.
  3. Durante la settimana, oltre ai normali post liberi, si potranno/dovranno scrivere post sull'argomento della settimana.
  4. I post andranno etichettati utilizzando le consuete etichette o aggiungendone delle altre (sarà il titolo a rendere il post riconoscibile come rubrica).
Iniziamo domani? Negretto, aggiungi come commento il tuo argomento.

domenica 8 febbraio 2009

Un piccolo pezzo di Favazzina che se ne va

E' brutto tornare a Favazzina perchè qualcuno se n'è andato, ma durante l'inverno purtroppo sono le uniche occasioni che riempiono il paese di vita, ebbene una morte che porta vita, è strano eppure è così.Qualche giorno fa se n'è andato un altro piccolo pezzo di Favazzina, probabilmente solo i favazzinoti doc la conoscevano perchè oltre al fatto che da diversi anni era al nord, anche quando stava in quel III vico aspromonte usciva a malapena di casa. Me la ricordo quando da piccolo arrivavo a casa di mia nonna e lei stava seduta su una sediolina fuori dalla sua porta con un ventaglio che teneva lontano (o almeno cercava) caldo e mosche, era una brava persona, con una vita difficile alle spalle, ma era quasi sempre sorridente a volte in modo anche beffardo, ma una brava persona. Con la mia famiglia poi c'era un rapporto che andava oltre la semplice parentela, lei quaado io e mio fratello eravamo piccoli aveva dato una grossa mano a mia madre, ci ha cresciuti ma davvero non come si sente spesso dire a vanvera;questi tipi di rapporti fra famiglie una volta erano la consuetudine oggi molto di meno. A volte l'ho odiata anche: era lei l'addetta alle punture ed ogni bambino ha sempre odiato chi le faceva!Ma il suo pezzo forte erano le spine dei ricci: armata di olio, pinzette, forbicine era una vera maga nell'estrazione, ma non tanto per la parte pratica ma perchè aveva un modo tutto suo per farti distrarre, ovvero ti raccontava delle cose solo "per prenderti per il culo" e tu pur sapendolo ci cascavi sempre!Marianna...una donna che mi ha sempre voluto bene, ed io a lei e che oggi è ritornata nella sua Favazzina...guardaci da lassù col tuo beffardo sorriso.ciao.

sabato 7 febbraio 2009

Non siamo soli nell'universo





Bravo invece Mister che hai profuso tanto impegno, meriti un premio. Alla fine. Siccome sta cosa vedo che vi piglia (io no, io sono metodicamente freddo) ho voluto dare una mano al Mister riguardo all'argomento Favazzina.
LA STORIA
Non c'è proprio nulla antecedente il 1600 per cui si ritiene fondata intorno a una cappella di campagna di proprietà dei Gullì (scillesi) in epoca imprecisata tra 1600-1700. (tratto da un libro sulla dominazione dei Ruffo su Scilla e vari opuscoli)

IL NOME
Qui c'è controversia tra gli studiosi: alcuni, come da foto sopra, ne riconoscono l' etimo latina; altri studiosi, che io non ho trovato ma credo a quanto riferisce il Mister, ne attribuiscono una etimologia greca (quindi complimenti all'intuito di Chinnu...Nino) da cui mangia forestieri quindi solidale con il mito di Scilla. Cosa fare? Ho studiato un pò e ho scoperto che lo studioso più autorevole della lingua calabrese è (era) un tedesco (Mister ntisa i ricchi e non ti distrarre) Gerhard Rohlfs. Ha scritto un'infinità di libri sulla Calabria e dal suo Dizionario toponomastico e onomastico della Calabria, Longo Editore Ravenna ed. 1974 sono state tratte le foto che vedete su Favazzina (purtroppo su due pagine per cui la foto non è perfetta) e Favagreca. Come vedete colui che doveva fare l'arbitro di fatto non decide, forse propende ma non pende decisamente.
La cosa che non mi aspettavo era di trovare ben 3 Favazzine, la nostra, una contrada di Caulonia e una contrada di Gallicianò.

LE MIE CONSIDERAZIONI
E' legittimo perché supportato da studiosi pensare sia all' etimo greca che a quella latina del nome. Io trovo più probabile quella latina per l'esistenza della località Favagreca che deriva indubbiamente dal latino Faba Graeca (se fosse greco mangerebbe i greci,cannibalismo?).Inoltre se ci sono tre località anche a una certa distanza l'una dall'altra con lo stesso nome io penso che quel nome nasca da qualcosa di ordinario e in più Caulonia o Gallicianò non hanno niente da spartire col mito di Scilla. Questa è la mia opinione, nulla più.

GERHARD ROHLFS
E' stato uno dei più grandi studiosi di cose calabresi. Studioso sul campo, ha girato la Calabria in lungo e in largo dagli anni 30 del 1900 per trovare le tracce del nostro passato. Nella zona ionica è un mito per le cose che ha portato alla luce. Il suo metodo era di parlare con la gente del popolo, capire i loro costumi e le loro usanze per trovare le radici. Passò anche da Scilla e, MISTER TENITI FORTI, nel nostro paese e i nostri vecchi forse l'avevano scambiato per un inglese ma era lui quello che non diede il nome al paese ma cercò di capirne il significato.

CONCLUSIONE
Penso che ci sono buone ragioni per essere tutti contenti di non essere in errore. Galanti non diventerà biondo e U Mister cariu all'impiedi. L'unicu pirla fu chiddu F. chi non capiscìu ancora chi a Favazzina nui i chiamamu MINNI.

-Mister te la dedico per l'impegno che ci hai messo, come vedi le ricerche si fanno anche da qua e di quello che succede là non ne so nulla.

ORIGINI FAVAZZINOTE

Mimmo, il tuo appunto sulle origini Favazzinote mi ha fatto riflettere. Ieu allura chi sugnu?... Posso considerarmi come uno dei tanti immigrati a Favazzina?!!!!! Non lo so, so solo che sono nato in Sicila, traslocato in Calabria dalla Sicila per ben due volte e alla giovane e sottolineo giovane età di 22 anni sono emigrato in quel di Brescia dove oggi mi trovo. Ho passato più anni a Brescia che nel resto del paese che considero mio. A noi emigrati non mancano le radici. Le radici, noi le avevamo sulu chi nuddhu i continuari a mbivirari. Molti emigrati di Favazzina non ficiru en tempu mi partunu, chi già parravunu in milanese, ed altri specie di lingue che io chiamo oriunde. Per me un modo per curare e mbivirari i radici è conservare le proprie inflessioni meridionali, non posso dire solo Favazzinote perché le mie sono anche e molto di Tonnarella ( famosa località, conosciuta credo da molti, vicino a Portorosa, ME). Oggi mi sento a casa quando ritorno a Favazzina, quando vado a Tonnarella, quando sono nella mia casa di Rovato. Mi sento un uomo fortunato. Al contrario mi sento fra la mia gente solo quando posso parlare nella mia lingua : IL DIALETTO, quando gli altri capiscono alcune battute che sono Favazzinote ,quando posso condividere con amici, conoscenti, paesani, momenti della mia gioventù che mi permettono di fare gruppo. In poche parole, la teoria del Maslow ,secondo la quale ogni uomo ha bisogno d’identificarsi in un gruppo dove si sente stimato e riconosciuto per quello che è, quanto mai validissima in questo Blog, dove molti cercano radici comuni. Sono pochi a Favazzina quelli che hanno origini Favazzinote, vengono tutti chi da destra e chi da manca, forse tu sei uno dei pochi sopravvissuti! Sicuro di non avere origini bagnarote? Guarda che questa è solo una provocazione infondata, fatta da me perché a Bagnara ci sono molti Cacciola..ciao

venerdì 6 febbraio 2009

Favazzina.... la verità?????

Cari amici del blog ,la domanda sul nome di favazzina a suscitato tanto clamore, e ne sono contento, ha anche movimentato un po il blog.... :) .
Tante persone dopo le "soffiate" di galante e mariuzza mi hanno preceduto,anticipato in biblioteca andandoci ieri,persone anziane (arcade tu non sai nenti veru? ;) ),ragazze ed altri...
io ci sono andato oggi ma come loro ho trovato poco!...ma non mi sono arreso ,è sono andato dove ancora chi mi aveva preceduto ieri non lo ha fatto all' ARCHIVIO STATALE. ..eeeee ma anche la non ci sono stati risultati certi,concreti !!!!
Cmq le conclusioni sono che "Favazzina" come tanti paesi,città ecc esistono fin dall'antichità,e per quanto da secoli a secoli ognuno dice la sua sull'origine del nome,e seccome nessun storico di rilievo ha mai scritto niente di approfondito di favazzina, le cose piu concrete E SCRITTE sono 2 !!!!

-Tramite le ricerche fatte con i suggerimenti di mariuzza e galante è uscito fuori che aveva ragione cchiddu ra stazione (u scrivia in favazzinotu), quindi FAVAZZINA viene definita LA MANGIA FORESTIERI . Sul piano storicho viene definita come CHORIO DI SCILLA,e UN GRUPPO A Sé DISTINTO DAGLI ANTOCTONI.

-Le altre ricerche fatte all'ARCHIVIO DI STATO con consultazione di piu libri ,fanno riferimento al TORRENTE FAVAZZINA.

Ho tutte le fotocopie per provare quanto detto!

Forse nessuno ci sapra mai dire chi è stato "materialmente" a dargli il nome favazzina,... ecco perchè...
Non mi rimane che dire FAVAZZINA è RIMARRA SEMPRE LA MIA TERRA!!!! o mangia stranieri , o i favi o u torrenti non cambia!!!
Penso che alla fine Favazzina sia quello che ognuno di noi voglia che sia... PER ME é TUTTO!!!!
nato, cresciuto,pasciuto,la mia gioventu,adolescenza,...tutto! FIERO DI FAVAZZINA E FIERO DI ESSERE FAVAZZINOTO.

U piscistoccu chinu i pipi

Compari Ntoni aiva mbivirari l’ortu nta nChiusa. U turnu i l’acqua l’aviva versu i setti i sira, e prima mi nesci ra casa sa ddumurau mpocuceddu, mi nci runa u tempu a cumpari Ninu mi finisci. Quandu nci parsi a iddu pigghiau i stivali e u zappuni e si ndi iau a l’ortu. Mentri stava niscendu so mugghieri nci spiau a chi ura nc’iva a purtari a spisa e iddu, sapendu ca sirata era longa, nci rissi mi ncia porta versu l’ottu e menza.
Puntuali, quandu furunu l’ottu e menza so mugghieri ruau.
«Ntoni ti purtaia a spisa!».
«Mpoiala vicinu a scalinata, supra a l’armacia. Chi mi facisti?»
«Piscistoccu chi patati! E’ ancora caddu!».
«Tagghiu na para i prisi e poi mangiu!Nciu mintisti nu pocu i pipi (peperoncino)?».
«Si nciu mintia u sacciu chi ti piaci! Ora però mi ndi vaiu, i figghioli a casa sunnu suli!».
«Va bonu, ndi virimu chiù tardi!».
Cumpari Ntoni mentri mbivirava cuntinuava a pinsari o piscistoccu e non viriva l’ura mu su mangia, era quasi du uri chi tagghiava prisi e aviva na fami ra Maronna.
Tagghiau l’urtima prisa ra lenza e si sittau, iapriu a spisa e si mintiu mi mangia. Intra a spisa nc’era puru nu pezzu i pani i ranu e su nzuppau nto zucu.
Si va fattu scuru e non viriva nenti, ma appena si mintiu u primu pezzu i piscistoccu nta bucca, si nd’accurgiu chi brusciava chiù ru solutu.
«Va bo chi mi piaci u pipi, ma sta vota ma mugghieri esagerau!» pinsau.
Comunqui a fami era tanta e compari Ntoni si nittau tutta a tiella, puru se nta bucca pariva chi aviva u focu.
Quandu turnau a casa so mugghieri era ancora russigghiata e iddu, ca bucca chi ancora ittava focu, nci rissi «Ma quantu pipi nci, mintisti nto piscistoccu?»
«Nu pezzu, comu o solutu!» nci rispundiu.
«E chi pipi era, aiu u focu nta bucca!»
A matina compari Ntoni turnau nta l’ortu e, mentri passava ra scalinata, aundi so mugghieri aviva pusatu a spisa, vitti, da nterra, nu solu i furmiculi russi morti e autri chi trasiunu e nisciunu ra tana e subutu capisciu pirchì u piscistoccu brusciava!
Cu sapi quanti furmiculi si va mangiatu, sicuramenti na tiella bedda china!

giovedì 5 febbraio 2009

Rubrica settimanale

Ok, il sondaggio è concluso e, a quanto pare, siamo tutti d'accordo (a parte uno solo che ha votato no) sull'apertura di una rubrica settimanale dedicata ad un argomento specifico.

Sto pensando a come risolvere tecnicamente il problema e, penso che la soluzione migliore sia la più semplice.

1. stabiliamo un argomento
2. nel blog comparirà uno spazio dove ci sarà scritto "Questa settimana si parla di....argomento"
3. i blogger potranno scrivere post dedicati all'argomento usando le etichette consuete o creandone di nuove.

Non penso che sia consigliabile etichettare i post legati all'argomento della settimana con un etichetta specifica. Andrebbero tutti in un enorme calderone e non sarebbero più rintracciabili. A proposito, ricordo a tutti: mettete sempre l'etichetta ai vostri post, è fondamentale per rintracciarli e per non fare diventare il blog un gran casino!

OOpps.... dimenticavo, iniziate a proporre degli argomenti come commenti a questo post, il più gettonato sarà il primo argomento della settimana.

Insolazione ?

Metà anni ottanta del secolo trascorso, ero alla Sena, per i non favazzinoti attuale Luna Rossa, e come al solito pescavo.
Ero seduto sui ruderi del muro di cinta che avrebbe dovuto proteggere il giardino di Galanti e che invece, purtroppo per lui ed i suoi parenti, era adagiato sul mare.
Tardo pomeriggio, quasi sera, il sole cominciava la sua lenta discesa sull'orizzonte del mare.
Era stata una giornata di sole feroce, io l'avevo affrontata tuffandomi sovente in acqua per rinfrescarmi i cirivedda, non usavo il cappello a quei tempi.
Non c'era nessuno, solo una coppietta che usando l'ombrelone come alcova, amoreggiava non tanto discretamente.
Cicciuzzu non era venuto a trovarmi, era impegnato in una battuta di pesca 'nte costeri i Parmi, era in trasferta.
Alzo gli occhi e sulla mia sinistra, verso il paese, ad un centinaio di metri, vedo un uomo con un impermeabile bianco fino ai piedi, scalzi, con un cappello a tesa larga, tipo cow boy, che volgendomi le spalle, in piedi, pescava anche lui.
:- O cazzu, mi sta vinendu un'insolanzione - pensai
Posai la canna e mi tuffai in acqua, tenendo bene la testa sotto, piccola nuotata e ritorno sul muro, rimetto gli occhiali.
Non c'era più nessuno, l'uomo dell'impermeabile era scomparso, anche la coppietta stava raccogliendo le sue cose ed andava via.
:- Sto bene, meno male - ricomincio a pescare
Dopo un pò, mi giro a sinistra, era ancora lì, con qual cazzo d'impermeabile, mi dava le spalle, la canna era immobile, non la muoveva mai, era più vicino di prima, ad una decina di metri.
:- Mangiunu ? - chiesi per solidarietà tra pescatori
Nessuna risposta. Pacciu e puru maleducatu, pensai
Non mi sfiorava nemmeno l'idea potesse essere nu malu spiritu, pensavo ad un pazzo o a qualche allucinazioe, tipo miraggio nel deserto, o allo scherzo ben riuscito di qualche amico.
Allora c'erano due ragazzotti, miei allievi di canna, Fabio M. e Roccu u Nau, che qualche volta si divertivano a farmi gli scherzi, tipo lanciare sassi in mare per spaventare i pesci o fari buci nascosti dietro qualche scoglio, poi venivano fuori e si fermarvano a chiacchierare di pesca. Non gli mancava certo la fantasia per fare quel tipo di scherzo.
Ero quasi divertito, volevo vedere come andava a finire.
Al limite, pensavo, se questo è un pazzo e mi aggredisce, mi tuffo in mare, e lì, nel mio elemento naturale, col cazzo che mi prende, ci vorrebbe un campione olimpionico.
Presumevo di essere un grande nuotatore.
Passava il tempo, la situazione diventava insostenibile, non pescavo più, pensavo a come uscirne in maniera onorevole.
Se era un pazzo cominciava ad essere una cosa pericolosa, se era uno scherzo non volevo fare la figura di quello che si era spaventato e scappava via.
:- Che bel tramonto - dissi in italiano. Nessuna risposta, non girava mai la testa per guardarmi, guardava verso la Sicilia.
Raccolsi i miei attrezzi, leggermente turbato, e mi accinsi a tornare a casa
Il problema era che per andare via dovevo passare proprio accanto al pazzo, perchè la spiaggia nel punto dov'era lui faceva una strettoia tra i massi ed il mare, dovevo passare a pochi centimetri da lui.
Sta fungia
Decisi di attraversare i giardini, una volta lontano mi girai a guardare la spiaggia
Non c'era nessuno
Al paese, dopo cena, incontrai i due compari, Fabio e Roccu:
:- Bellu scherzu stasira -
Mi guardarono stralunati :- Quali scherzu ? -
Da allora ho sempre usato il cappello

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mercoledì 4 febbraio 2009

Meeting with the boss

Appello a galante o a chi volesse rispondere...

Galante... ormai mi sono fissato con questa storia del nome... !!!!
e penso che anche a voi tutti farebbe piacere saperlo no ???
Non ci crederete ma trasia nta bibblioteca comunali i riggiu mi trovu carcosa ma non truvaia nenti... perciò il mio appello è :
-suggeritemi un qualcosa di preciso che potrei appunto andare a controllare in bibblioteca...
..NB: con favazzina e scilla non c'è nenti... !!!!! ...percio ditemi voi.... storia,cultura bhoooooooo...
aspetto suggerimenti. Grazie. U MISTER .