Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

lunedì 20 aprile 2009

Citu est!

Un vecchio prete di Favazzina buona forchetta ed anche, si racconta, ottimo conoscitore di vini, pretendeva che quando celebrava messa nell’ampolla vi fosse sempre del buon vino.
Il sacrestano (non era ancora Guglielmo) aveva l’ordine di procurargli il vino (allora non vi era alcun problema, poiché in paese tutti i contadini lo facevano) ed assicurarsi, era questo il suo vero compito, che fosse buono, altrimenti il prete non solo si sarebbe incavolato, ma avrebbe preteso che lo cambiasse.
Una domenica durante la messa al momento dell’Eucaristia, dopo aver rinnovato il sacrificio di Gesù Cristo e trasformato secondo la liturgia il vino in sangue, il prete portò il calice alla bocca e dopo aver dato il primo sorso, sebbene il momento fosse solenne, si girò irato verso il sacrestano, in piedi accanto a lui, e per non farsi capire dai fedeli in latino gli disse
«Citu est!».
Il sacrestano sebbene non sapesse parlare in latino, a furia di servire messa, ormai lo capiva abbastanza bene e senza scomporsi gli rispose
«Citu est? Oramai bivattillu com’esti, esti!».

4 commenti:

arcade fire ha detto...

Se esiste il famoso Est Est Est nulla vieta che il nostro vino si possa chiamare,in onore del parroco e del sacrestano,CITU EST. Bella Mimmo.

georgie ha detto...

ahahahah
bellissima Spusy

chinnurastazioni ha detto...

Citu est: punto cardinale, rotta da seguire per il ritorno dei favazzinoti alla propria terra.Una borea che ci spinge verso casa.L'ho immaginato così.P.S.(perchè, non ricordi qualcosa della mitica postina del paese).ciao

u'longu ha detto...

Bella Spusidda.
Una delle cose che sognavo di fare da bambino, era quella di spegnere le candele con quella specie di coppino attacato ad una canna.
Una volta approfittando della distrazione di Guglielmo, mi accinsi a farlo. Sdurrupai un candelabro messo in alto sull'altare. Meno male che avevo le gambe lunghe, mi curriaru pi tutto u paisi.
Forse è per questo che non ci vado più da allora, ho paura chi mi curriunu