Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

venerdì 3 aprile 2009

La Sciarra

Premetto che sono un tipo pacifico, tranquillo, che cerca sempre di evitare, ragionare, discutere, ponderare, manel corso della vita, dal periodo che va dalla fine del periodo adolescenziale (prima litigavo almeno una volta al giorno) ad oggi, le volte che ho dovuto ricorrere alle cosiddette vie di fatto, si contano sulle dita di una mano.
La “sciarra” tra le più memorabili risale all’estate del 1991. Viveva mia moglie ed era in stato interessante (di Devin). Fermi ad un semaforo, io alla guida e mia moglie accanto, notammo che c’era un ragazzo di colore che lavava i vetri. Questi si avvicinò ad una fiat 127 di colore azzurro e non fece in tempo a dire o fare nulla nulla che fu picchiato dal conducente, senza motivo. Stavo per intervenire ma mia moglie, ripeto al sesto mese di gravidanza, mi precedette, nel tentativo di fermare il folle conducente. Io le urlavo di allontanarsi , ma il losco individuo inferocito,come se non bastasse, stava per rifilare uno schiaffo anche a Lei. Ma di che dovevo discutere con un tipo così. L’ unico argomento che serviva in quel momento era il linguaggio della giungla. Gli rifilai un bel pugno, qualche spintone ed una spazzata (di karate, visto che lo pratico da quasi 30 anni),ma giuro non per fargli male. Non contento, mentre mi allontanavo mi urlò …”tu non sai chi facisti, u sai a cu appartegnu?”. Tornai indietro come una furia e gli diedi il resto, rompendogli il setto nasale. Non vi racconto il seguito, perché potrei superare il limite della legalità.

3 commenti:

arcade fire ha detto...

Belloepossibile ti conosco poco e ancor meno conosco le cose della tua famiglia ma quello che hai raccontato in questo post, certi verbi certe parole che hai usato mi hanno commosso. Non mi vergogno di dirlo.

romanaccia ha detto...

Ecco, finalmente un po' di violenza vera, anche un po' splatter. Scherzo naturalmente. bella storia e bel finale.

u'longu ha detto...

Ecco Antonello, a quelli che dicono "non sai a cu appartegnu", avessi la capacità, gli staccarei la testa.
Facisti bonu chi 'nci sunasti, anzi 'nc'indi rasti pocu