Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

domenica 26 aprile 2009

Donna Teresina

Donna Teresina abitava proprio all’ingresso del paese, subito dopo la casa di Franco B. per tutti Zorro, casa che un tempo era stata il primo bar di Favazzina, gestito da suo nonno, Giuanni u Rannatu.
Di fronte al bar vi era allora una fontana antichissima, una delle cose più belle del paese, (pure quella siamo riusciti a farci distruggere) ricavata in una nicchia sotto la strada Nazionale. Era alimentata da una sorgente che sgorgava dietro le case che vi erano sulla Nazionale e arrivava fin lì grazie ad un tunnel costruito sotto la strada e quando a Favazzina non c’era ancora la rete idrica, era l’unica fonte di approvvigionamento e la gente del paese con bumbuli e quartare andava ad attingere l’acqua per il fabbisogno domestico. Mio padre anche dopo preferiva quell’acqua e a pranzo e a cena sulla nostra tavola non doveva mai mancare
La casa di donna Teresina era appena più giù, quasi a ridosso del ponte ferroviario ed era una casa molto grande in considerazione al fatto che ci vivevano solo lei e la vecchia madre.
Donna Teresina faceva lavori di ricamo e le ragazze di allora andavano da lei a scuola per imparare a lavorare con l’uncinetto e a ricamare. Inoltre ogni quindici giorni si recava a Messina ed acquistava matasse di filo, spagnolette, uncinetti, aghi e tutto ciò che serviva per il cucito o il ricamo, che poi rivendeva alle donne del paese, che impegnate a lavorare nelle vigne e negli orti non avevano tempo per andarci. Era anche una donna molto devota e la sera al vespro e la domenica a messa era una delle prime ad andare in chiesa per recitare il rosario o intonare i canti religiosi.
Ma la ragione per cui era conosciuta da tutti in paese, era la sua famosa orzata che lei faceva con una ricetta segreta che, sebbene in molte avessero provato a farsi dare, non aveva mai voluto svelare a nessuno e che si dice si sia portato con lei nella tomba.
Nessuna donna era mai riuscita a scoprire gli ingredienti esatti che usava per fare la sua orzata, soprattutto le dosi, anche se le mandorle, la cannella, la vaniglia e i fiori d’arancio sicuramente ne facevano parte.
Qualcuna aveva anche provato a farla, ma quella che aveva ottenuto, non aveva niente a che vedere con l’orzata di donna Teresina, la sua era inimitabile e tutti in paese andavano da lei ad acquistarla.
Pure mia madre, soprattutto d’estate, mi mandava da lei a comprarla, mi faceva entrare in cucina prendeva dalla vetrina una bottiglia e mi riempiva il bicchiere che avevo portato da casa, la pagavo e una volta a casa mia madre la diluiva con l’acqua e l’orzata era pronta.
L’orzata di donna Teresina, la più buona che io abbia mai bevuto in vita mia e ancora oggi quando ci penso, mi pare di sentirlo ancora in bocca quel sapore, un sapore particolare che solo la sua orzata sapeva avere.

6 commenti:

u'longu ha detto...

Bellissima Spusidda, donna Teresina con la sua orzata, la fontana del paese con acqua sorgente, distrutta dall'ignoranza di chi ci ha peceduto, il bar che vendeva i coni cinquant'anni fa, vendeva anche il ghiaccio a lingotti, c'era anche la televisione.
Il bar lo gestiva Rocco B., marito della sorella di Cicciu P., accanto c'era a casa i Luisa, mamma del nostro omonimo.
Di fronte a donna Teresina, accanto alla vechia stazione, c'era un'albero secolare, gigantesco.
Spusidda sei la vera anima del paese, ti ricordi di tutto e di tutti.

arcade fire ha detto...

Bellissima Spus.Di quella fontana dovresti sapere chi gli fece quel lavoro di muratura che durò tanto nel tempo: un tuo amico mashtru.

trilly ha detto...

Stupenda anche questa figura di donna.C'è tutto il tuo cuore in questi ricordi, Mimmo.
Meravigliosi "affreschi" di Favazzina e della sua gente.

Spusiddha ha detto...

Longu il bar l'ho solo sfiorato poichè merita un post a parte.
C'è l'ho già nella penna!
Del lavoro caro Mario del mio amico mastru Natali non lo sapevo proprio e me ne rammarico altrimenti l'avrei citato nel post.
Trilly in una poesia che o scritto concludo dicendo... quel giorno partendo o lasciato per sempre insieme ai ricordi un pezzo di cuore!

chinnurastazioni ha detto...

La via Aspromonte, l'arteria paesana che introduce in paese, a quei tempi era popolata da donne di straordinarie qualità e capacità: Tiresa a nira, a Pustina, donna Teresina la ricamatrice nonchè dispensatrice di fili e spagnolette. Chi manca ancora all'appello per completare il mosaico femminile di questa strada? Ciao Spusy bello spaccato storiografico.

mariuzza ha detto...

Bella Spusy, non conoscevo questa storia. Avrò di che parlare con mio padre quando andrò a Favazzina.
La fontana con l'acqua buona e fresca ndi sarbau tanti e tanti voti quandu 'mancava l'acqua facevamo il carico di acqua potabile.