Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

mercoledì 7 gennaio 2009

Antonio senza scarpe

Una delle cose che facevo quando arrivavo a Favazzina tutte le estati era di togliermi le scarpe e andavo scalzo dappertutto.
Sebbene la gente di Favazzina crebbe a piedi scalzi, molti trovavano il mio modo di fare alquanto peculiare e non perdevano mai l'occasione di farmi notare la mia nudita' pedestre e mi dicevano "Ntonuzzu, a scaza tindi vai?"
Ci ho pensato un poco su e credo che sia arrivato a delle spiegazione plausibili della mia abitudine favazzinota.
Probabilmente una spiegazione e' quella di ribellione alla conformita' urbana. A Milano non ci cammineresti mai a piedi nudi perche' non e' da persona perbene o educata. Poi l'asfalto e' ruvido, inerte, o troppo caldo in estate o troppo freddo in inverno e infine non si sai mai che ti ritrovi sotto i piedi. Un'altra spiegazione, e probabilmente quella piu' carica di spiritualita', e' la necessita' di sentirsi uno con la terra dei tuoi padri.
Favazzina e' un posto insignificante quando e' paragonata alle citta', italiane e straniere, che ho visitato e in cui ho vissuto. Ma Favazzina ha un sentimento diverso, piu' profondo, per me, di Milano, Philadelphia, New York, San Francisco, Atlanta o Orlando.
Favazzina e' il luogo dove mio padre e mia madre sono nati. Dove mio nonno e nonna hanno lavorato e sudato e cresciuto i loro figli, i miei zii e le mie zie. Su quei viottoli di terra e sassi, i loro piedi hanno camminato e corso. Le loro gocce di sudore hanno fatto crescere quei fiori selvaggi della campagna calabrese. Le loro mani hanno creato quei muri di pietre che sorreggevano le terrazze delle vigne e delle limonare. I loro occhi hanno visto le bellezze pristine del mare turchese e degli scogli sutt'a frunti dall'alto dei vigneti e dei giardini. Le loro orecchie hanno sentito il rumore del mare, della sciumara, del mulino, del treno, del vento,il suono delle ciaramedde, i canti nei campi e nella chiesa.
Quando arrivavo a Favazzina io volevo essere parte di tutto cio'. Il semplice atto di togliermi le scarpe era il mio modo, inconsapevole a quel tempo, di dire alla terra natia: "voglio sentirmi parte di te; ti voglio toccare coi miei piedi e scoprire i tessuti diversi della tua sabbia, dei tuoi ciottoli, del tuo suolo, delle tue spine, e dell'erba scarsa, e dell'acqua ancor piu' scarsa, e del mare". Con i miei piedi scalzi io diventavo parte della terra dei miei padri, diventavo come un'albero, un fiore, un sasso di Favazzina. Sentivo il calore del sole salire dalle piante dei piedi fino al cuore...mi sentivo vivo, libero, felice.
Quando Mose' ando' sul monte, vide un pruno che bruciava ma non si consumava. La udi' una voce che gli disse: ...togliti i calzari dai piedi, poiche' il luogo sul quale stai, e' suolo sacro.
Pur non essendo Mose' e sebbene indegno di sentire la voce di Dio, quando ero a Favazzina mi toglievo le scarpe perche'.... io stavo su un sacro suolo!

9 commenti:

arcade fire ha detto...

Molto bello, poetico,commovente.
E tiro un respiro di sollievo dopo la gaffe sui pantaloncini almeno con le calzature ci ho preso.

Nino u ficonsgi ha detto...

Bella descrizione Antonio bravo, mi sa ragazzi che, con i quattro moschettieri....Longu, Arcade, Spusidda e Antonio...nda ponnu sucari tutti i blog ru mundu...buongiorno e buonlavoro a tutti, ka nivica...:)

mariuzza ha detto...

grazie grazie grazie Antonio.
una pagina d'amore per la nostra Favazzina

u'longu ha detto...

Questa è una vera dichiarazione d'amore per Favazzina.
Sei più favazzinoto tu, di tanti che credono di esserlo solo perchè fanno qualche passeggiata ogni tanto.
Bravo Antonio, veramente bravo

romanaccia ha detto...

Grazie Antonio. Finalmente capisco perchè me ne vado a scaza paese paese (ebbene sì anch'io). E pensare che mi dicevano zingara. tze tze gente senza spiritualità.

koky ha detto...

un Favazzinoto puro di sangue e di spirito!!!Grazie Antonio!

Olivia ha detto...

finche' ci sara gente come voi...
il blog...avra' vita vera....
grande Antonio eri il dessert...
che mancava alla cena...
ma ancora non siamo sazi...
quindi impegnatevi con queste porzioni di simpatia e conoscenza!!!
Antonio...tu trovimi nu favazzinotu chi non caminau na vota a scaza????
e' una prassi...per quelli doc...
baci antonio bell'ingresso...olivia

Malumbra ha detto...

Antonio, che dire, commovente il tuo racconto. hai colto in pieno lo spirito di questi luoghi, quello spirito che ancora vive nonostante tutto sembra ormai finito

mbù ha detto...

Quella dei piedi scalzi è stata un'usanza che i miei coetani hanno imparato dal mitico gino p. camminare scalzo mi dava un gran senso di libertà, adesso mi provoca solo dolore e non penso riuscirei più a farlo. Il ferroviere ha esportato la camminata "a scaza" pure a tropea, chi sa se si ricorda.....