Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

martedì 13 gennaio 2009

Intorno alla guerra: un episodio

I tedeschi dopo le scampagnate in giro per l' Europa intera ormai se ne tornavano a casa da dove non avrebbero mai dovuto alzare il culo dalle sedie; gli uomini di Ike a stelle e strisce risalivano l' Italia, Favazzina era già libera e i nostri compaesani uscirono definitivamente dalla galleria ferroviaria lato Scilla dove avevano trovato riparo sotto i bombardamenti prima nemici e poi amici sebbene fossero gli stessi. Anche Napoli era già stata liberata; al principio di quell'anno 1944 mio padre aveva diciassette anni, una moglie e una figlia in arrivo. Aveva anche un posto nelle ferrovie dello stato: assunto da poco svolgeva regolarmente servizio da Reggio a Napoli, un giorno intero per andare e una notte intera per tornare. Napoli era un girone infernale, macerie, miseria, prostituzione, mercato nero e contrabbando. Si comprava e vendeva di tutto, uova e zucchero, alcolici, sigarette e olio. L'olio mio padre l'aveva di produzione propria ri livari ru Tagghiu e pensò che venderne qualche damigiana non fosse nè difficoltoso nè pericoloso. Sembrava proprio così ma quella sera incappò, nei vicoli della zona di Forcella, in un soldato americano. Non se ne preoccupò, troppi ne aveva visti e mai gli avevano creato problemi. Quella sera no: il soldato americano si avvicina e gli sbarra il passo, a gesti e brandendo la pistola senza parlare gli fa capire che vuole la damigiana dell'olio. Mio padre tenta di resistere ma questo gli punta contro la pistola e a quel punto non potè fare altro che cedere. Lo vede che se ne va lungo il vicolo con la damigiana e chissà quale molla scatta nel suo cervello, afferra un mattone da un cumulo di macerie corre dietro al soldato e mentre questo si gira nci mina na lignata (di mattuni) nta frunti e l' americano stramazza. Mio padre lo guarda, vede il sangue e rici: -Minchia, u mmazzaia!- Recupera l'olio e sa fui. Qualche giorno dopo ritorna a Napoli in uno stato d'animo disastroso, senso di colpa e rischio di galera: non c'era da stare allegri. L'allegria gli venne quando vide il collega in servizio con lui: lo riconobbe subito, non solo per l'enorme bumbulu ch'aiva nta frunti. Gli gironzolava attorno ma questi svicolava, finchè mio padre lo bloccò e gli disse: -Nè guagliò ma tu tri jorna fa non eri mericanu?-
La storia finisce qui. Quando ho chiesto a mio padre perchè avesse fatto quel gesto mi rispose:- M'aiva a futtiri l'ogghiu a mia, na testa rura calabrisi? Iddu non l'aiva rura comu a mia!-
L'orgoglio dei padri, scusatemi, questo ho voluto ricordare.

Ps Purtroppo Maria, la mia sorellina, morì nove mesi dopo la nascita e io ne porto il nome declinato al maschile

4 commenti:

u'longu ha detto...

Bellissima Mario, veramente bella.
Sembra tratta da "La pelle" di Curzio Malaparte, uno scrittore che io amo tantissimo.
Puru Malaparte, ta poti s....
Sono entusiasta

trilly ha detto...

Ascoltare le storie di mio nonno, per me, è sempre stato meglio che leggere qualsiasi libro di avventura...faceva davvero volare la mia immaginazione!

georgie ha detto...

zio è stupenda.
avere un Arcade e un Tacito in casa è fonte di orgoglio e ispirazione.
Le vostre storie insegnano.
Aggiungo u Longu che faci parti ra cricca.

mariuzza ha detto...

Viva l'orgoglio dei nostri padri. senza di loro, senza il loro lavoro e i loro enormi sacrifici non saremmo oggi quello che siamo. Grazie Arcade per questa pagina