Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

martedì 10 marzo 2009

Giocare con il mare

Quando ero bambino insieme ai miei coetanei avevamo adottato un gioco che a pensarci bene, adesso, era veramente pericoloso.
Il gioco consisteva in questo: sfidare le onde del mare in tempesta dalla spiaggia
Ancora non c'erano i moli ed avevano messo sulla spiaggia, a protezione dell'orto di Falò, (all'altezza dell'attuale quarto molo)una fila di massi quadrati in cemento, le onde arrivavano e a volte coprivano i massi e a volte no, bisognava saper valutare la potenza dell'onda che non era necessariamente legata alla sua grandezza, ma anche al disturbo della risacca, pertanto c'erano onde grandi che disturbate dalla risacca non coprivano i massi, altre più piccole che invece potevano essere molto pericolose.
Il rischio era che potevi essere bagnato come un pulcino o addirittura portato via, l'unica via di fuga era l'arrampicarsi nel muro di cinta dell'orto.
Considerate che la maggior parte delle tempeste di mare sono tutte d'inverno, specialmente a gennaio, quindi il gioco si svolgeva in pieno inverno.
Si giocava con le onde ma era un continuo scappare via, nel dubbio era meglio evitare, anche perchè tornare a casa bagnati s'incorreva nell'ira dei genitori e mia madre non perdeva occasione.
Per rendere più interessante il gioco, ad uno di noi, forse Maciste, gli venne una brillante idea: chi rimaneva sul masso ad affrontare l'onda aveva il diritto di tirare un calcio nel culo a tutti quelli che scappavano via.
Io ero uno di quelli che scappavano via facilmente, ero il più piccolo, e all'ennesimo calcio in culo ero disperato, meditavo vendetta.
Si presenta un onda gigantesca, tutti scappano via, io decido - rimango - era l'occasione per prenderli tutti a calci in culo, vendicarmi.
Era un onda mostruosa o tale mi appariva, gli altri bambini mi urlavano di scappare, preoccupati che mi portasse via, io mi ero già pentito ma era troppo tardi, non ce l'avrei mai fatta a raggiungere il muro.
Arriva l'onda con un fragore terribile, chiudo gli occhi, spruzzi altissimi, ma non mi sfiora, contento del miracolo mi preparo alla fuga e ad assaporare la vendetta.
Quale fuga, il masso era diventato un isolotto in mezzo al mare e da lontano si alzava un'altra onda, grandissima, spettacolare.
Aspettai che la risacca dell'onda si abbassasse un pò e saltai dal masso, l'acqua mi arrivava fino alle ginocchia e non mi faceva correre bene, ci pensò l'onda spettacolare ad accompagnarmi fino al muro dove mi attaccai come una ventosa, comu na saramita.
L'onda defluì ed io ero bagnato come un pulcino, non mi aveva portato via, ma era stata tanta la paura che non sentivo freddo, mi era passata pure la voglia di vendetta, pensavo solo a come asciugarmi.
Memo male che c'era mia nonna Teresa, Teresa a Nera

9 commenti:

chinnurastazioni ha detto...

L’orgoglio è pericoloso:“uccide”.Ma qui si tratta d'incoscienza.Tante volte è meglio arrendersi e accettare il proprio limite.Tuttavia essere prudenti non significa aver paura.Dopotutto era meglio un calcio nel fondello,che finire in acqua .E magari dopu ndi pigghiavi na scutulata i to mamma..ciao

chinnurastazioni ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
arcade fire ha detto...

Mimmo era il tirocinio propedeutico all'avventura che sappiamo. Pochi anni ancora e saresti diventato epico.

mariuzza ha detto...

mi facisti viniri l'ansia! mannaja ra miseria. faciva bonu cummari rachela mi ti mina

u'longu ha detto...

Nino ero un bambino di 8 o 9 anni e non c'erano i cartoni animati, pirchì a televisioni non l'aviva nuddu.
Forse se c'era saremmo stati un pò meno incoscienti, perchè e capitato che il mare ad uno se l'è portato via, poi l'ha restituito.
Il mare di Favazzina è sempre stato buono con noi bambini, i cristiani un pò meno

Spusiddha ha detto...

Bella rievocazione di un gioco pericoloso che come hai accennato una volta con Mimmo anchistorti stava per finire in tragedia!
Ma secondo me non eravamo incoscienti e dato che non avevamo niente era un modo come un altro per giocare.

chinnurastazioni ha detto...

I cristiani, dici tu? E' vero,I nostri paesani, sono sempre stati ostili chi figglioli.C'era cu tagghjiava palluni,cu ti currijava pirchì eri troppo esuberante e chi invece montava storie poche serie sulle spalle ri figgghijoli, "Malelingue" del resto quelle ci sono dappertutto.Ma per la miseria non facevamo male a nessuno,a parte gli assalti notturni alle piante da frutto e qualche scorribanda. Comunque, il mio comm.to, voleva avere solo un'accento ironico. Sdrammatizzare!...

romanaccia ha detto...

Ou dopo che l'ho letto stanotte l'ho sognato pari pari. Giuro. Mannaia la miseria Longu pure gli incubi.

u'longu ha detto...

Nino tu puoi dire e fare quello che vuoi, non è che ogni volta ti devi quasi giustificare di un tuo commento. A me fa piacere che tu commenta le cose che scrivo, non devi essere necessariamente d'accordo.
Armon spero tu non voglia procedere al mio licenziamento, se ti faccio venire gli incubi, alla Ciaponno gli stipendi possono aspettare, un viaggio qui e là può bastare.
Mi sta tornando la verve, cazzi vostri