Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

mercoledì 25 marzo 2009

l'Arte del saper ridere

Mimmo è da quando hai inserito l’argomento che cerco con fatica di trovare nella memoria un episodio della mia vita in cui ho riso a crepapelle. In realtà è difficile ricordare alcuni momenti e soprattutto è ancora più difficile riuscire a raccontarli facendo provare agli altri quello che è scattato dentro di te nel momento in cui hai riso come un matto.
Un pomeriggio d’estate di tanti anni fa, il Ragioniere, in seguito al rifiuto di suo figlio, di andare a pesca con lui, decise di invitarmi per la mattina successiva a una battuta con il bolentino, nell’antistante mare di Favazzina. Il mattino seguente alle 5,30, arrivai a casa sua, era là che mi aspettava, disse: ”Prendi il motore”, eseguì l’ordine senza battere ciglio, lui prese gli attrezzi, è si avviò verso la spiaggia, a seguito, io.
Preparata la barca, fissato il motore, ingrassati i falanghi, finalmente varammu. A tutto gas, si precipitò fora a sciumara, per pescari a surici. Si preparò la lenza solo per sé; a me disse: “ è meglio che tieni i remi, sennò surici non di pigghiamu”.Avevo una tale rabbia, ”chi vuliva cacciari i leggi”. Comunque mi trattenni, aspettando di pescare più avanti. Intanto di surici mancu l’umbra, a questo punto, decido di farmi dare una lenza per pescare, ma lui testardo mi replicò di restare ai remi. Intanto la corrente ci aveva trascinato al largo. Finalmente decise di spostarsi e tornare verso terra. Tentò di mettere in moto il motore, tirò la cordicella, una due, tre quatto volte, ma il motore non partì. Lui pensò e agii: “Bisogna smontare il motore, è ngolfato”.Tolse la candela, aprì il carburatore, smontò il pistone e lo appoggiò sul bordo della barca. E fu proprio in quel minuscolo attimo che io ebbi la mia rivincita! Un’onda fece l’irreparabile, il pistone finì in mare. Lui, poverino, cominciò a dire di tutto, mentre io non riuscì a trattenere la fragorosa risata che mi fece torcere le budella. La risata è l’unico momento piacevole che ricordo di quella giornata, perché dovetti remare fino a riva. Da quel giorno non mi vitti chiu u Ragiuneri!

2 commenti:

arcade fire ha detto...

U ragiuneri era micidiali. ma u pistuni chi fini fici? Si nchiovau o fundu?

mariuzza ha detto...

ta fici pagari cara e amara rddha risata pero'. facisti bonu nommmi vai cchiu