Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

martedì 16 settembre 2008

La pesca con la lampara

Come ho più volte accennato nei mie scritti, mi è sempre piaciuto remare (vedi l’episodio Ninu e u pisci da poco pubblicato). Peccato che da noi non c’è mai stata una scuola di canottaggio, altrimenti io e u longu (so dei suoi trascorsi di canottiere) avremmo potuto fare concorrenza ai fratelli Abbagnale. Ve l’immaginate il mitico Galeazzi con la voce rotta dall’emozione fare la telecronaca di una nostra gara? Come detto mi è sempre piaciuto remare e quando vi era d’andare a pescare, o fino a Scilla, tanto per fare un giro con i miei amici, con la famosa barca di don Mimì, ero quasi sempre io a voler remare.Un pomeriggio mentre ero in giro per il paese mi avvicinarono Peppe Birrittedda e Aurelio M….., si proprio lui, il padre di Malumbra e mi chiesero se quella sera, verso le nove, volevo andare con loro a pescare con la lampara, ovviamente a portargli la barca. Stentavo a credere alle mie orecchie, io un ragazzo, avrò avuto quindici o sedici anni, portare la barca a due mostri sacri come loro? Sapevo fossero esigenti e che si erano lamentati di ragazzi ben più grandi di me, che avevano deluso le loro aspettative, ma accettai comunque di buon grado felice della loro considerazione. Ci mettemmo d’accordo e mi diedero appuntamento per quella sera in spiaggia «Portiti nu maglioni ca sira faci friddu» mi consigliò u patri i Malumbra.Rimasi agitato praticamente tutto il giorno, in dubbio se c’è l’avrei fatta, o li avrei delusi come tutti gli altri. Quella sera, vi devo dire, mi fecero un mazzo così. Dovetti remare ininterrottamente per quasi due ore e quando stanco e con le braccia a pezzi, talvolta, accennavo a rallentare « Chiu forti, chiu forti» loro prontamente mi incitavano. Mi regalarono comunque uno spettacolo eccitante, poiché sotto il fascio di luce che la lampara proiettava, i pesci arrivavano numerosi e Aurelio con la fiocina da un lato e Birrittedda col coppo dall’altro, con un’abilità mai vista, seguitavano ad infilzare e a catturare pesci senza sosta. Quando finalmente decisero di tornare a riva ero praticamente distrutto, ma felice per l’avventura che mi avevano fatto vivere. Un’esperienza indimenticabile che ancora oggi custodisco come uno dei ricordi più belli legati alla pesca.

1 commento:

Malumbra ha detto...

Puru a mia mi faciva remari...