Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

venerdì 26 settembre 2008

Le scarpe nuove

La domenica pomeriggio, soprattutto d’inverno, quando i miei amici ed io eravamo stufi di cazzeggiare, spesso e volentieri ce ne andavamo al cinema a Bagnara. Dati gli scarsi mezzi di locomozione che avevamo a disposizione (sulu Maciste aviva na bicicletta e puru scassata), facevamo quasi sempre l’autostop, oppure ci andavamo col treno, ovviamente senza biglietto, stipati nel cesso come sardine e nei casi più estremi a piedi. Anche quella domenica io, u Longu e Maciste, dopo aver scartato le varie alternative che Favazzina ci offriva (ma undi!), decidemmo di andare al cinema.
Il giorno prima, facendo spendere a mia madre una cifra considerevole, mi ero comprato a Reggio un paio di scarpe di vernice, allora molto di moda. Sto parlando degli anni sessanta, dell’era dei beat (pochi sanno che oltre che Spusidda, in quegli anni, ero pure soprannominato Mimmu u bit).
Quale migliore occasione per sfoggiare le mie scarpe nuove se non quella di andare a Bagnara? Non ricordo come andammo (a peri non pensu, se no chi scarpi novi cu sapi quandu ruaumu), nemmeno il film che vedemmo, quello di cui sono certo è che quando uscimmo dal cinema ci recammo al bar lì accanto a comprarci, come facevamo ogni volta, i balò, una sorta di gigantesco krapfen con la crema. Devo confessarvi che la domenica a Bagnara più che per il cinema ci andavamo per i balò
Usciti dal bar, ognuno col suo balò in mano, ci avviammo allegramente (panza china faci cantari) alla stazione a prendere il treno. Non so se esiste ancora, ma allora per arrivare in stazione, vi era da fare un sottopassaggio. Vuoi che stava scendendo già la sera, vuoi che il sottopassaggio non era illuminato, ma li dentro non si vedeva quasi niente. Ancora oggi, con tutto quel buio, non so come Maciste abbia fatto a scorgere la cagata esagerata (pariva chidda i na vacca), chi nu curnutu aveva da poco lasciato nel sottopassaggio e come gli sia venuta subito l’idea. Lui e u Longu si scambiarono un rapido cenno d’intesa ed io, ignaro, mi ritrovai in mezzo a loro due, al centro della loro attenzione. Presero a farmi parlare col chiaro intento di distrarmi e, un colpo sul fianco di uno e una leggera spinta dell’altro, mi guidarono, comu a chiddu chi nta festa a Favazzina iavi a rumpiri i pignateddi, al bersaglio. La presi in pieno e pigghiai na sciddicata che se non ero pronto ad attaccarmi a loro due, sarei caduto in terra lungo disteso. Sul momento non mi resi conto di cosa mi fosse successo, ma guardando per terra vidi che avevo la scarpa china i merda.
«Dda puttana! I scarpi novi, varda comu i cumbinai» e incazzato come una bestia mi rivolsi ai due cercando un po’ di comprensione. O pigghiati a Peppi e o Longu e cu i putiva tiniri! Si misero a ridere come matti «I scarpi novi, i scarpi novi» sghignazzavano additando le scarpe, dandosi nel contempo gomitate e pacche sulle spalle soddisfatti per essere riusciti nel loro intento. «Situ du strunzi!» li apostrofai intuendo lo scherzo che mi avevano combinato «Se vi pigghiu» e presi a rincorrerli cercando di raggiungerli, ma loro se la svignarono ed io imprecando contro di loro e du curnutu chi aviva cacatu a menzu a strata, mi fermai a pulire in qualche modo le scarpe. Quando li raggiunsi alla stazione, un po’ mi era passata, ma gli dissi lo stesso che erano due stronzi e loro sorridendo, beati come due angioletti (chi corna però), mi dissero « E pirchì ne vulivi battiari?»

5 commenti:

Nino u ficonsgi ha detto...

Bella Spusiddha...mi facisti viniri in menti o C.....u quandu u vitti chi c...va ndo suttupassaggiu ra stazioni a Favazzina...rimasi scioccato per due settiamne...pariva nu cristianu ruttu a quattru parti....:-)

u'longu ha detto...

confermo spusiddha, ti ricordi "u mmalutu", proprietario del cinema, che ad ogni domanda sulla qualità del film che si proiettava diceva "firmazzu" e quelli della galleria che si facevano le seghe al minimo accenno di scollatura nei films

trilly ha detto...

...stile Nuovo Cinema paradiso... in effetti le vostre storie adolescenziali sembrano davvero uscite da un film...l'ho già detto più volte...ed è bellissimo perchè riuscite a "rendere" magnificamente le scene!
bravissimi!!
I veri CASSETTINI DELLA MEMORIA CHE SI APRONO... SONO I VOSTRI!!!

Malumbra ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Malumbra ha detto...

A proposito di scarpe nuove mi ricordo una scena dei primi anni 80' o fine 70'. Eravamo al campo da tennis quando all'improvviso arrivò pelè con ai piedi un paio di scarpe da tennis nuove, bianche, ma tanto bianche che abbagliavano! glie le avevano appena portate. Arrivò saltellando qua e là tutto contento ed infine si sparò un salto su uno dei tavoli del bar. E tra il nostro stupore e divertimento nel vederlo così esclamò: "sticchiella chi nci riri, cu sti scarpi satu na casa!!!"