Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

martedì 30 settembre 2008

Maciste e la lettera

Maciste ed io essendo coetanei ficimu u militari nto stessu periodo, tra l’altro eravamo pure abbastanza vicini, lui ad Udine ed io a Sacile una cittadina vicino Pordenone. Prima di partire Peppe era fidanzato in casa con Lina, sua moglie, mentre io ero zito a mucciuni con Mimma B…. a figghia ru farmacista. Come ho già scritto nel mio libro “La casa bianca” alcuni giorni prima di partire, dopo mille peripezie, io e Mimma ci eravamo incontrati a Reggio alla villa comunale e lì, tra promesse e giuramenti l’avevo convinta a scrivermi, anche se sapevo che per lei non era affatto facile, data la sorveglianza alla quale era sottoposta (figghioli criritimi, tandu erunu atri tempi!). Comunque avevo predisposto tutto in maniera che io, una volta saputa la mia destinazione, avrei dato il mio recapito a Peppe, lui l’avrebbe dato a Lina e lei l’avrebbe fatto avere a Mimma, quello che in effetti, arrivato a Sacile, subito feci. Tutte le mattine in caserma, dopo la colazione, veniva distribuita la posta ed io, ogni volta che sentivo chiamare il mio nome, correvo trepidante a prendere la lettera, nella speranza che fosse la sua, ma tutte le volte rimanevo deluso. Una mattina, quando ormai non ci speravo più, vidi, nel ritirare la lettera che era di Mimma. Non vi dico la mia gioia e, ancora incredulo, corsi nella mia camerata a leggerla. L’aprì, con le mani che mi tremavano per l’emozione e, col cuore che mi batteva all’impazzata, cominciai a leggerla. Caro Mimmo….. e, ti amo di qua, ti amo di là, ti pensu i supra, ti pensu i sutta, insomma per farla breve, na littira tutta d’amuri. Non vi dico il magone che avevo e, se non ricordo male, versai pure qualche lacrima. Infine, tra un sospiro e l’altro, arrivai in fondo alla lettera …. con amore la tua, giro la lettera, Peppe Maciste e nella riga sotto Spusidda ti piaciu u scherzu?
«Minchia se mi piaciu, se ti putiva aviri nte mani!» subito pensai, ma poi, inchinandomi davanti alla genialità di Maciste, non potei far altro che sorridere.
P.S. La lettera Maciste l’aveva spedita da Favazzina!

4 commenti:

arcade fire ha detto...

Come potevi immaginare? di solito le scrivevi tu per le fidanzate di Peppe. Si viri chi pi na vota l'allievu superau o maestru.

Spusiddha ha detto...

A Peppe u futtiva l'italianu, ma pi l'autri così era iddu i maestru.

georgie ha detto...

mamma che coppia che siti tu e macisti....comunque Maciste ancora adesso è l'artefice di queste situazioni simpatiche

u Grecu ha detto...

AHAHAHHAHAHA Bellissima Spusiddha, ma quante ne combinavate da ragazzi?