Visto che piace un po’ a tutti ricordare storie di pesca, dopo quella di Zorro, ve ne voglio raccontare un’altra avvenuta a fine anni sessanta. Colgo l’occasione anche per ricordare Nino Scheccia che purtroppo non c’è più, un caro amico per quelli della mia età, in particolare ru Longu,(ti salutu cuginazzu) e protagonista di questa storia.
Settembre, come certamente sapete, per i ragazzi che vivevano tutto l’anno a Favazzina (eravamo parecchi all’epoca) notoriamente era il mese del riposo dopo gli strapazzi dell’estate (mi riferisco principalmente o pilu), dei funghi, della vendemmia ed anche della pesca, soprattutto quella a strascico. Un pomeriggio io, Mimmo G….. ( u figgi i Marina chidda chi aviva a putia) e Nino Scheccia uscimmo in barca a pescare. Io remavo e loro due pescavano con le lenze a strascico. Avevamo preso poca roba, qualche aguglia, un paio di scazzupole e forse una o due cavagnole. Eravamo al largo della Sena e ormai fuori da parecchie ore avevamo deciso di rientrare. Arrivati all’altezza della fiumara Nino Scheccia eruppe in un grido improvviso, < Minchia quant'è rossu non rinesciu mu tegnu > < Non tirari ranci corda > gli disse Mimmo. Inizio così una spasmodica lotta tra Scheccia e il pesce (vi ricordate il vecchio e il mare di Hemingway? U stessu!)
< Tira, molla, ranci corda, voga chiù forti, voga chiù chianu. Minchia avi chiù in chilu, mi schiantu chi mi rumpi a lenza >. Nino Scheccia seguitava a lottare col pesce e a dare ordini. Io e Mimmo seguivamo la scena in religioso silenzio, anche perché, tra noi era Nino il più esperto di pesca. Talvolta però cercavamo di dire qualcosa, ma lui era talmente preso che manco ci dava ascolto. Eravamo giunti intanto vicino alla caserma e Nino con estrema pazienza era riuscito ad avvicinare il pesce a circa due metri dalla barca. Si intravedeva la sagoma scura e si intuiva che era realmente molto grosso. < Chi pisci è > gli chiesi dato che remavo e non riuscivo a scorgerlo bene. < mi pari na cavagnola > mi rispose tutto eccitato. Nino intanto si era alzato in piedi per vedere meglio e si accingeva a tirarlo sulla barca, quando improvvisamente, senza proferire parola, si lasciò cadere in mare, come un sacco di patate. Io e Mimmo ci guardammo stupiti ed io istintivamente smisi di remare. Dopo un attimo Nino riemerse e Mimmo gli chiese < Chi cazzu combinasti? > < Mi fuiu > gli rispose con un filo di voce. Si era buttato in mare completamente vestito e lo aiutammo a salire in barca non senza una certa difficoltà e vedendolo così conciato e con la faccia da cane bastonato, sia io che Mimmo non riuscimmo a reprimere un moto di risa. Stava scendendo la sera e faceva pure abbastanza freddo e così con Nino Scheccia inzuppato fradicio, incazzato nero e tremante dal freddo velocemente approdammo a riva a conclusione di una splendida giornata passata in mare a pescare, ma purtroppo per Nino, conclusa male.
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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Salutamu!
UGRECU
giovedì 11 settembre 2008
Ninu e u pisci
U scriviu: Spusiddha u iornu: giovedì, settembre 11, 2008
Argomento: personaggi mitologici
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6 commenti:
...bella questa storia di pesca... in assoluto sono i racconti che preferisco!!!
E poi raccontati così bene!
GRAZIE!
Mi unisco ai complimenti, Spusiddha sei mitico
spusiddha cuntaci ncacchi storia i pisca o grecu chi non ndi capisci tantu!!
ciao spusidda, mi unisco al ricordo di Ninu scheccia, grande geniale amico, se ci fai caso i megghiu sindi vannu sempre prima, se pensu che è morto fabrizio de andrè e albano ancora campa...
Bella chista Longu.....:-)
Spusiddha, è veru chi Scheccia prima mi si ietta ra barca cu tutti i robbi, rissi: "Porco ... voglio morire" ?
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