Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

venerdì 5 settembre 2008

Ancora sulla pesca Favazzinota

Il recente post di Trilly e alcune conversazioni estive con Malumbra, mi hanno fatto venire voglia di scrivere questo post dove racconterò alcune mie esperienza mooolto lontane nel tempo relative all'argomento.
Mi sono sempre chiesto se le varie "regole" della pesca favazzinota siano dettate da motivi validi, che sicuramente ignoro, o da leggende metropolitane tramandate da anni. Propendo più per la seconda, ma mi aspetto dai più esperti qualche chiarimento.

Durante gli anni della mia infanzia, alcune volte mio padre, nella migliore tradizione favazzinota, mi diceva "preparati che tra cacchi iornu iamu mi pescamu!" per me era il massimo della gioia, ma l'attesa era lunga perchè tra preparativi vari doveva passare almeno una settimana (e' notorio che a Favazzina i tempi si dilatano). Nell'ordine i preparativi riguardavano:

1. Iri a Bagnara mi si 'ccatta u pilivermo (di almeno 5 spessori), ami (di alemeno 8 misure), miscela p'u motori ra barca, e altre amenità. In genere tutto questo materiale era già disponibile dall'estate precendente, ma comunque andava ricomprato!

2. Preparazione delle lenze: tale usanza veniva attuata con la presenza di almeno due o tre esperti di nodi che poi, a dimostrazione che il loro sistema era migliore degli altri, tiravano le lenze annodate fino a romperle! Naturalmente poi si ricominciava da capo (venivano anche scelti gli ami secondo improbabili differenze millimetriche...tanto poi si usavano tutti gli stessi!). Le lenze venivano arrotolate, con devozione religiosa, intorno a pezzi di sughero (non fussi mai chi si putivanu imbrugghiari!)

3. Messa a punto della barca che, benchè fosse di plastica, andava messa in mare la sera prima, lavata e...provata (forse un retaggio della barca di legno).

La serie di preparativi terminavano con la frase "va curcati presto chi dumanimatina ndi iazamu i cinqu!". Perchè alle cinque? Considerando che si pescava almeno fino a mezzogiorno e che il pesce abbocava sempre... non valiva a pena mi si parti alle nove? No, il rituale richiedeva un certo tipo di sacrificio... forse i pesci ragionano così: "m'accurgia chi u stortu si iazau tardo. N'a mangiu a so esca!". L'esca!!! Stavo dimenticando l'esca!!

Allora i pescatori Favazzinoti si dividevano in due scuole di pensiero: vermisti e gamberisti. Dalla mia esperienza è più fruttuoso il verme, ma i gamberisti sono più pittoreschi.. sostengono che i pesci non gradiscono il gambero semplice, pertanto il gambero va condito con tutta una serie di misture segretissime (mi sembra che c'entri lo zucchero) e tenuto in frigo per qualche giorno (con buona grazia degli altri cibi presenti in frigo che sicuramente ne miglioreranno come sapore)!

Finalmente era l'ora della partenza (i cinqu ra matina). Si partiva in tale formazione: il capitano era chiaramente mio padre. Il tenente di bordo mio cugino Mario, addetto anche all'accensione du Mercuri quattru cavaddi (motore ad energia alternativa perchè decideva di partire solo quando era sazio di imprecazioni varie) e io... marinaio semplice, nonchè novizio del complesso rituale.

Effettivamente la pesca era quasi sempre fruttuosa, dopo un paio d'ore il secchio trabordava i surici, ope, cazzi i re, tracine. A proposito di tracine, a differenza dell'esperienza di Trilly, da me si usava una tecnica molto più raffinata per renderle inoffensive. C'era a bordo il fondamentale "kit tracine". Il malaugurato pesce veniva bloccato con la pinza da tracina (originariamente una pinzetta per zollette di zucchero) e poi gli venivano amputate le spine con un paio di vecchie forbici da pollo!

Per me la pescata estiva rimane un bellissimo ricordo che ha segnato per sempre la mia infanzia, ma ad anni di distanza mi chiedo il motivo di alcune usanze che si evincono da questo racconto e da altri:

1. Si pescava dalle 5 della mattina a mezzogiorno... perchè la pesca è soggetta a orari?
2. con la stessa esca (verme) si prendevano almeno 10 razze diverse di pesce... perchè serve uno studio approfondito sull'alimentazione ittica?
3. come zona si spaziava da sutt'afrunti a Bagnara, perchè va pianificata la zona in base al tipo di pesce?

Ma poi... se io vado a pesca in una determinata ora, in un determinato posto, con un determinato tipo di esca e con un determinato tipo di lenza e amo... ci sarà un qualche cazzo di pesce che gradisce il tutto? Ma quanto sono esigenti sti pesci? Io non ho preclusioni... se un pesce abbocca non gli chiedo il curriculum vitae né il pedigree!!
E poi... ma si pesca ancora bene come trent'anni fa?

8 commenti:

trilly ha detto...

che bel racconto Mauro... in effetti hai descritto molto meglio tu i vari step...comunque era effettivamnte così: soprattutto la sveglia alle cinque e la mitica frase della sera prima: "figghioli, rumani matina e' cinqu partimu... cu n'ce c'è...viriti mi vi iazati suli.."

u Grecu ha detto...

Grazie Trilly, ce ne sarebbero ancora da dire sulla pesca! Cmq vedo che molte esperienze ci accomunano! che dire per esempio di quell'orrido liquame che si creava sul fondo della barca? Quel misto di mare, parti di pesce, sabbia, residui vari che veniva definito "u lippu"?

trilly ha detto...

oddio, è vero... l'avevo totalmente scordato...adesso che mi ci fai pensare mi pare di sentirne persino l'odore... che brividi!!che bellooooo!!!
Grazie tesoro...

Nino u ficonsgi ha detto...

Bella questa Grecu....però e toi domandi, sicundu mia ti poti rispundiri sulu unu....u Ferrovieri.......pirchì ieu eru mpegnatu cu nautra pisca....ah ah ah....hai capito bene...:-)

Marco ha detto...

Grecu, non sapiva che eri piscaturi.
Sicuramenti si tratta i fatti i quandu eri figghioleddu. Oggi pensu che mancu si ti pavavanu ti iasavi tantu prestu!
Ciao erecchio.

mbù ha detto...

Sapevo di questi rituali, ma non mi sono mai cimentato con queste operazioni, meglio la pesca dal molo, ti ricordi Mister le sfide a chi prendeva più pesci?

Malumbra ha detto...

greco tu po piscari intra all'acquariu, cu coppu....

u'longu ha detto...

bravu grecu u sapiva che a to papà ci piaciva a pisca, non sapiva che eri un collega, sempre megghiu i to cuginu u bambinu, considerando ri pisci chi pigghiau sta 'stati...