All'inizio degli anni 70 non c'era il riscaldamento nelle case di Favazzina, veramente non c'è nemmeno adesso, ma il progresso ha portato le stufe a gas, quelle elettriche e altre cose che servono a mitigare le umide serate invernali.
A quei tempi c'era la conca, che consisteva in un braciere pieno di carbone, che una volta acceso, si lasciava maturare fuori casa per evitare il monossido di carbonio (spero sia giusto) altrimenti molto pericoloso, specialmente al chiuso.
Quindi le sere d'inverno il paese era pieno di conche lasciate fuori a maturare.
Anche u mericanu aviva la sua conca che faceva maturare sul marciapiede fuori casa sua.
Io e Scheccia eravamo al Circolo, non lontano della White House, e aspettavamo qualcuno per fare una partita a carte.
Scheccia disse - Minchia chi friddu stasira, comu avimu a fari?
Detto fatto, si avvicinò furtivamente alla conca du mericano, a pigghiau e a purtau 'nto Circulu, la mise sotto un tavolo e quindi 'ndi sittammu appoggiando i piedi sul bordo della conca per riscaldarci.
Dopo un pò arrivarono altri amici e cominciammo a giocare a carte.
I nuovi arrivati dissero - che bel caldo stasira, di solitu murimu i friddu -
Io risposi - I pidocchiusi du Circulu si decidiru finalmente di accattari na conca -
Ad un certo punto arrivò u mericanu , 'ntiruzzutu ru friddu,, e dissi - Figghioli, quarchi figghiu di buttana mi futtiu a conca -
-Dont,worry America - 'nci dissi - sittatevi e caddiativi c'avimu a conca ru Circulu, a vostra prima o poi sata fora, quarchi scherzu i sti figghioli, certu non c'è cchiu rispettu -
U mericanu si sittau e vardava sutta o tavulu a conca ru Circulu
- Eu sta conca mi pari ca canusciu - dissi u mericanu
A questo punto io e Scheccia scoppiammo a ridere e lui, mangiata la foglia, si riprese la sua conca e poi mi dissi - Longu quanti m'indi fai -
Io non mi difesi nemmeno, ogni cosa che gli succedeva era sempre colpa mia, tanto poi mi perdonava sempre.
Mi perdonava anche perchè ero il suo scrivano preferito, perchè lui sapeva leggere benissimo ma non sapeva scrivere, ero il suo intellettuale di riferimento, avevo preso il posto di R..... u medicu,
e vi garantisco che non era facile scrivere in favazzinotu, in italiano, e in slang americano di brucculinu.
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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UGRECU
martedì 30 settembre 2008
A conca
U scriviu: u'longu u iornu: martedì, settembre 30, 2008
Argomento: Storie 'i Favazzina
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7 commenti:
Eh si...io mi ricordo a Natale, periodo "bomboni" passavamo dalle vecchie e di quelle povere conche rimanevano solo le maniglie....ihihiih!
Ciao Longu...sono le 6.57, leggere un racconto come questo, per me la giornata comincia bene.......:-)..semplicemente SPETTACOLARE...
Scheccia e u mericanu,che duetto.
"Pisci da te non ndi voglio e me ne fotto da te".
Quella lettera:quando tu passasti il testimone, di una staffetta lunga forse trent'anni, lo prendemmo M.LF e io.Le ho dedicato un post "La lettera Favazzina-New York" (Storie 'i Favazzina).
Bel racconto Longu.
Ciao
Grazie N e M - Scusatemi se qualche volta scrivo alla Yoice (senza punteggiatura)
Ninu aiu na vogghia mi mi fazzu na piscata ca fringa a mutuli, tra Cunduleu e Sutta a Frunti a gniri pi fora
Ciao Longu....per praticare il tipo di pesca che intendiamo Noi, mi sa che ti farò da discepolo......pi lautra pisca, rici me patri chi nci sta spaccandu u culu e Mutuli, mi mandau nu pocu i buccacci suttoghiu, una è x TE....:-)
Ninuzzu sei sulla buona strada per entrambi tipi di pesca.
Se capiti a Milano fatti sentire chi 'ndi passamu na sirata
Bello questo racconto. Ero molto piccola e vagamente ricordo ancora i bracieri fuori dalle porte di casa.Leggere i tuoi racconti è come passeggiare tra le strade di favazzina ed incontravi tutti quanti.
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