L’americano, come tutte le persone imprevedibili, oltre ad essere irascibile, scaltro e pure un tirchio esagerato, sapeva essere oltre modo anche molto generoso. Un pomeriggio finito di mangiare, mi recai, come io e miei amici eravamo solito fare, a casa sua, la mitica casa bianca. Cosa alquanto strana, non c’era ancora nessuno dei miei amici. Quel giorno, casualmente, ero stato il primo ad arrivare. L’americano era vestito di tutto punto ed era stranamente impaziente, come se stesse aspettando qualcuno. Appena mi vide, senza nemmeno darmi il tempo di sedermi, mi disse se volevo andare con lui al cinema. Preso alla sprovvista rimasi un attimo titubante anche perché, non mi vergogno a dirlo, cu cazzu mi rava i sordi. Lui dovette capirlo poiché subito aggiunse di non preoccuparmi per i soldi, mi avrebbe pagato lui il biglietto. Aveva saputo che al cinema a Villa S. Giovanni davano “Via col vento” nu filmuni che lui aveva già visto a Nova Iorchi, nel lontano 1939 quando era uscito e che, mi disse, voleva assolutamente rivedere. Mentre me ne parlava gli brillavano gli occhi e credo si immaginasse di essere Clark Gable (se nci pinsati na vaga sumigghianza u mericanu l’aviva cu Clark Gable, avivunu tutti i dui i ricchi a sventula) mentre bacia Vivien Leigh (Rossella O’Hara) o mentre la sta per lasciare e, alla domanda di Rossella «Se te ne vai, che sarà di me?» rispondere, in un italiano perfetto (propriu iddu!Vu mmaginati?) «Francamente me ne infischio». Arrivati al cinema non vi dico la delusione ru mericanu quando vide che invece di Via col vento, davano Tre passi nel delirio, un film in tre episodi ispirati ad altrettanti racconti di Edgar Allan Poe e diretti da tre famosi registi Roger Vadim, Louis Malle e Federico Fellini, con un cast di attori altrettanto famosi, tra cui Jane Fonda, Peter Fonda, Alain Delon, Brigitte Bardot, Terence Stamp, Salvo Randone e tanti altri ancora. Dopu ‘n quartu d’ura i iestimati finalmenti si carmau, poi, dato che ormai eravamo là, mi chiese cosa ne pensavo di quel film e se volevo che entrassimo. Mi è sempre piaciuto andare al cinema e un po’ me ne intendevo anche allora, conoscevo perciò sia i registi che gli attori e dato che erano tutti famosi, gli dissi che secondo me doveva essere per forza un bel film e che l’avrei visto volentieri. Non mi parve troppo convinto, ma decise ugualmente di entrare. Con i primi due episodi, Metzengerstein diretto da Roger Vadim e William Wilson diretto da Louis Malle, finì il primo tempo. Si accesero le luci e girandomi verso u mericanu vitti chi aviva na faccia chiù brutta ru riaulu. Volevo dire qualcosa ma non ebbi il coraggio e rimasi prudentemente zitto. Il terzo episodio Toby Dammit diretto da Federico Fellini era iniziato da appena dieci minuti e già l’americano cominciava a dare segni d’impazienza. Seguitava a sbuffare e a muoversi sulla sedia, pariva pigghiatu ri pulici. Già con i primi due episodi non doveva averci capito più di tanto, figuriamoci con quello di Fellini. Io lo sentivo agitarsi, ma seguitavo a stare zitto, fingendo di essere interessato al film, quello che realmente era. Infine non potei far finta di ignorarlo ed ebbi la malaugurata idea di chiedergli «Cuginu Roccu vi piaci?»
«Ma chi cazzu m’avi a piaciri chi non ci capiscia nenti!» e alzandosi di scatto mi disse «Iamanindi!» e si diresse verso l’uscita santiandu e mpaticandu i peri a tutti chiddi sittati nta nostra fila, senza nemmeno darmi il tempo di replicare. Non vi dico quante me ne disse e, ogni qualvolta cercavo di calmarlo, e di giustificarmi per averlo fatto entrare, dicendogli che il film in fondo era bello e che a me era piaciuto, lui, ripensando a Via col vento, si incazzava ancora di più. Poi,(vi ricurdati com’era fattu) si chiuse in un ostinato silenzio evitando il più possibile di parlare. Quello di cui sono certo è che l’americano, ripensando ai soldi che aveva speso per un film, che era meglio non ricordargli, e che mi doveva fare pure il biglietto per il ritorno, se avesse potuto mi avrebbe fatto arrivare fino a Favazzina a puntati nto culu.
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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UGRECU
giovedì 2 ottobre 2008
Al cinema con l' americano
U scriviu: Spusiddha u iornu: giovedì, ottobre 02, 2008
Argomento: personaggi mitologici
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8 commenti:
Rossella "Se ti ndi vai,chi fini fazzu?"
Roccu Gable "Cu tuttu u cori,me ne fotto da te!"
Niente male!Come sempre cogli nel segno!
povero spusiddha, ma sicuramente meglio il film che a m.... nte scarpi novi
Racconta Tacito (R...u medicu)chi u mericanu quando vinni ra merica, negli anni '50 (nui eravamo figghioli) era chinu i sordi e si futtiu a mangiate e mbevuti cu l'amici.
Quandu finiu i sordi, pi campari, iva a gnurnata a cugliri limuni.
Sa passava scarsa
Poi c'irrivau a penzioni d'America, cu l'arretrati, e divintau tirchiu
per Longu,Z. Arcade&co. :ho fatto leggere a R.u mericu i vostri racconti. era scumpisciatu ri risa!
Dai che forse lo convertiamo al pc e uno di questi giorni spunta con un racconto dei suoi.
Impresa quasi impossibile Georgie, se ncia fai granita per te
Speriamu mu cunvinci perchè è lui il vero storico del paese.
Io sono solo il suo assistente -
salutamelo
è proprio vero Longu, te lo saluto e cercherò di vincerla questa granita.
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