I CEDDIATURI

A quei tempi il castello di Scilla era adibito ad Ostello della Gioventù e non era raro che nel vicino borgo selvaggio, Favazzina, apparissero, come d'incanto, delle belle ragazze straniere in cerca di avventure, con grande trambusto tra i giovani indigeni.
Tre ceddiaturi erano in agguato sulla spiaggia, si trattava di Natali B., Roccu G., ed il vostro umile narratore.
Arriva un'utilitaria tedesca tutta scassata e impolverata, ne scendono tre ragazze, due valchirie e un'altra un pò meno affascinante (nu cessu).
Dovete sapere che la concorrenza era spietata per ragioni di mercato, scarsa l'offerta ed elevatissima la domanda, quindi c'era poco tempo da perdere.
Scatta l'agguato
Le ragazze sono subito circondate, corteggiate, blandite, vezzeggiate, accompagnate, circuite, e alla fine conquistate.
Accoppiamenti
Non c'era problema in quanto a Roccu G. bastava che qualcuna respirasse (ora si chiama pragmatismo) e poi le brutte creavano meno problemi, si arrivava subito al sodo.
Gita in barca, quella di don Mimì, a remi, che unu si spaccava a schina e i mani, per farla navigare
Meta, naturalmente Suttu a Frunti, sperando nella corrente favorevole
Dopo l'approdo, l'imboscamento, io e Natali con le valchirie, Roccu G. con la meno affascinante (cu cessu)
La valchiria attribuitemi dalla sorte odorava di abbronzante ultima protezione e ogni volta che la toccavo diceva - ahi - non in quanto schiva, quanto completamente bruciata dal sole.
All'ennesimo - ahi - capii che non era il caso e nonostante la fame atavica, rinunciai
Idem per Natali
Non per Roccu, che alla fine ci raccontò - A fici muriri -
E Natali - si, ru bruciuri -

Oggi , a quanto sembra, il mercato è almeno alla pari, beati voi ragazzi e anche voi ragazze